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 2017  agosto 23 Mercoledì calendario

Cammino spirituale, business mondiale: vale oltre 12 miliardi

Lo spirito non ha prezzo, o forse sì, considerata la crescita esponenziale dei pellegrinaggi spirituali, e relativo business economico: secondo una recente ricerca di Trademark Italia, il turismo delle anime in cammino muove ogni anno circa 12,5 miliardi di euro nel mondo, di cui 5 solo in Italia. In generale, poi, l’intero comparto religioso spinge annualmente 300 milioni di fedeli nei diversi luoghi di culto sparsi per il pianeta, dalla Mecca all’India, da Assisi a Gerusalemme, con un giro d’affari internazionale che supera i 18 miliardi di dollari, stando alle stime dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio.
Monetizzare i cammini è solo l’ultima frontiera di questo tipo di industria turistica, che bada più alla carne che allo spirito – e a ragion veduta: la meta più agognata di tutte – Santiago di Compostela in Galizia – attira circa 300 mila podisti annuali, mentre sulle Vie Francigene in tutta Europa (in Italia ci sono 44 tappe dalla Valle d’Aosta al Lazio) si spostano circa 40 mila persone. E i numeri sono in costante aumento.
Detto fatto, proliferano anche le proposte e le offerte di viaggio in queste località poco convenzionali e molto faticose: Hundredrooms (una delle tante start up che compara online strutture a alloggi), ad esempio, ha appena sfornato una mini guida dei più interessanti e battuti itinerari dell’anima. Si comincia ovviamente con Santiago e le diverse strade per raggiungerlo: “La più popolare parte dai Pirenei, al confine tra Francia e Spagna, e si biforca in due percorsi differenti, quello che inizia da Roncisvalle (in Navarra) e un altro che inizia da Somport (in Aragona)”. Altra possibilità è percorrere il “versante portoghese”, la cosiddetta Via Lusitana che inizia a Lisbona ed è lunga 630 chilometri.
Da Canterbury a Roma si snoda poi la Via Francigena: oltre mille anni di storia in 1.800 chilometri. Il primo a batterla fu il vescovo Sigerio nel 990, di ritorno in Inghilterra dopo aver ricevuto l’investitura da papa Giovanni XV. Ci impiegò 79 giorni, e oggi il cammino si è pure allungato, arrivando fino Santa Maria di Leuca, in Puglia, “per collegarsi idealmente con la città santa di Gerusalemme”.
I Cammini di Francesco attraversano invece l’Italia centrale, da Rimini ad Assisi, fino alla Capitale. Meno noti sono invece la Via Micaelica (da Roma a Monte Sant’Angelo), il Cammino di San Benedetto (in Umbria), la Via degli Dei (da Bologna a Firenze) e il Cammino della Luce (da Perugia a Roma). Tra le mete poco conosciute ci sono anche il Cammino de La Vera Cruz in Spagna, il Cammino di Mariazell in Austria e il South West Coast Path in Inghilterra: quest’ultimo, in verità, “non porta a nessun luogo sacro, a nessun santo o reliquia da venerare, ma per chi lo percorre è comunque assicurata una rara esperienza introspettiva e una suggestiva sensazione di essere un tutt’uno con la natura circostante” (sic).
Persino le librerie godono dell’indotto del turismo spirituale: solo in questi primi otto mesi dell’anno sono usciti almeno 30 titoli dedicati ai giramondo della fede, pubblicati da case editrici grandi (Sperling & Kupfer) e piccole (Terre di Mezzo; Ediciclo), specializzate (Touring; Edizioni dei Cammini) e non (Ponte alle Grazie).
Quello che le guide non dicono, cartacee o virtuali che siano, è che i cammini non sono alla portata di tutti, e in troppi purtroppo sottovalutano l’impresa podistica sovrastimando quella intimistica: negli ultimi 30 anni sono morti 191 pellegrini, di cui 9 italiani, in marcia verso Santiago (o subito prima o subito dopo). Fra le cause principali c’è il malore, di solito l’infarto ma anche l’ictus e i colpi di calore, seguito dagli incidenti stradali e dall’imprudenza.