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 2017  agosto 22 Martedì calendario

Insetticida vietato negli allevamenti. Quali sono gli effetti sulla nostra salute e i Paesi coinvolti

1 Che cos’è il Fipronil?
È un insetticida che da anni viene utilizzato in veterinaria per applicazione esterna contro i parassiti di cane e gatto. È presente in dosi minime in alcuni collari e fialette che vengono somministrate agli animali domestici per difenderli da pulci e zecche, in modo sicuro, efficace e tollerabile anche in caso di ingestione. I prodotti non sono pericolosi per l’uomo e non sono stati evidenziati problemi che ne mettessero in discussione la certificazione.
2 Perché il Fipronil è vietato nei farmaci destinati agli allevamenti per animali da carne, latte, uova e miele?
Non sono stati ancora stabiliti scientificamente i livelli residuali massimi che non costituiscono rischio per l’uomo anche in caso di consumo quotidiano per tutta la vita. Dunque l’antiparassitario è attualmente illegale se utilizzato per combattere la diffusione dei parassiti di alcune specie animali. Per ora si conoscono soltanto le dosi minime al di sotto delle quali uova e carni non sono tossiche.
3 Come mai nonostante il divieto alcuni allevatori potrebbero aver violato le norme di sicurezza?
Il Fipronil è un antiparassitario molto efficace per debellare uno dei maggiori nemici delle galline ovaiole, il cosiddetto pidocchio rosso. Una vera e propria calamità per le aziende. In realtà è un acaro che prolifica soprattutto con le alte temperature ed è difficile da combattere con i prodotti tradizionali che hanno ricevuto il visto delle autorità europee, costosi e non sempre efficaci. Le galline infettate dall’acaro succhiasangue si indeboliscono, soffrono e perdono in termini produttivi. Il Fipronil è un antidoto a buon mercato, una polvere in barattoli che si può ordinare online. Viene diluita in acqua e spruzzata nelle gabbie. Escluso l’impiego nei mangimi, secondo gli esperti del settore non avrebbe senso.
4 C’è il sospetto di effetti acuti sull’uomo?
Se la presenza in uova e derivati, come pasta fresca, preparati per dolci, farina di uova, è al sotto dei limiti minimi consentiti non si dovrebbero temere effetti indesiderati. Questo vale anche se si consumassero più uova alla settimana. Visto che non sono disponibili studi sulla tossicità, l’Organizzazione mondiale della sanità per estrema prudenza mette in guardia su possibili effetti dannosi per fegato, reni e tiroide in seguito a forte e continua esposizione ad alte dosi. Non sono mai stati segnalati casi di reazioni acute.
5 Qual è il mercato delle uova italiane?
Nel nostro Paese vivono 42 milioni di galline ovaiole e sono attivi 1.600 allevamenti industriali. Ogni anno si producono 12,9 miliardi di uova, calcola l’Unione nazionale di filiere agroalimentari carni e uova. Eppure il fabbisogno interno non è coperto. Nel 2016 l’Italia ha importato 158 milioni di uova. Oltre la metà della produzione nazionale è concentrata al Nord, in testa Lombardia, seguita da Veneto ed Emilia Romagna.
6 Come funzionano i controlli in Italia?
Dopo l’allerta dell’Ue, è scattato la scorsa settimana un intenso monitoraggio su uova, derivati e alimenti che li contengono, sia di provenienza estera sia nazionale. Fino a ieri sono stati eseguiti 42 campionamenti nei supermercati e negozi privati da parte dei Nas, il Nucleo antisofisticazioni dei carabinieri. Le Asl regionali hanno eseguito altri 181 prelievi, ai quali si aggiungono i 60 sulle merci importate da Paesi interessati dall’allerta. Le analisi sono state affidate al laboratorio degli Istituti zooprofilattici di Teramo e nei prossimi giorni verranno allargate allo zooprofilattico di Lombardia ed Emilia Romagna. Completati i test su 114 campioni, con due positività.
7 Quali sono i Paesi interessati dall’allarme?
La scorsa settimana uova contaminate dal Fipronil sono state segnalate in 17 Paesi europei. La crisi è particolarmente pesante in Olanda, Belgio, Germania, Austria. La Francia ha annunciato il coinvolgimento di 14 imprese di trasformazione e 40 grossisti importatori di uova e derivati da Belgio e Olanda. Paura a Hong Kong per lo stesso problema.
(risposte a cura di Paola Massi – responsabile della sezione Emilia Romagna dell’Istituto zooprofilattico, esperta di diagnostica delle malattie aviarie – e di Fnovi, la Federazione ordini veterinari italiani)