Corriere della Sera, 22 agosto 2017
Ischia, corsa contro il tempo dei soccorsi. «Tiriamo fuori quei bambini»
Almeno una vittima, ventisei feriti (di cui alcuni in gravi condizioni), case crollate, edifici isolati e ricerche tra le macerie andate avanti tutta la notte per recuperare le persone sepolte, tra queste anche dei bambini.
Sono le conseguenze di una scossa di magnitudo 3.6 – poi rivista al rialzo, a 4.0, in nottata – registrata alle 20.57 di ieri a una profondità di cinque chilometri a nord dell’isola di Ischia. Secondo l’organizzazione internazionale indipendente Csem-Emsc la magnitudo sarebbe stata addirittura di 4.5.
In ogni caso un terremoto non fortissimo – stando proprio ai dati raccolti dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) —, ma durato tra i dieci e i quindici secondi, sufficiente quindi a danneggiare diverse costruzioni e a provocare un black-out.
Casamicciola, a Nord dell’isola campana, risulta la zona più colpita. Sono diverse le abitazioni che hanno subìto danni e lesioni. Una palazzina – «dove si trovavano delle persone», confermano dalla Protezione civile – è crollata, una chiesa (quella di Santa Maria del Suffragio) risulta semidistrutta: è lo stesso luogo di culto dal quale si sono staccati i calcinacci che hanno ucciso un’anziana.
In tutta l’isola per diverso tempo numerosi alberghi sono rimasti isolati. Due di queste strutture sono state fatte comunque evacuare per il pericolo di cedimenti.
Le squadre dei pompieri sono riuscite a intervenire con tempestività perché si trovavano già sul posto per spegnere gli incendi e sono state quindi dirottate sui luoghi più critici. «Speriamo non ci sia nessuno sotto le macerie delle case che hanno avuto crolli ingenti, siamo molto preoccupati», raccontava ieri in tarda serata a LaPresse Giuseppe Silvitelli, vicesindaco di Casamicciola. «Mi hanno detto che ci sono lesioni anche nel palazzo del Comune».
In parallelo il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, ha chiesto subito l’intervento della Protezione civile e ha deciso l’evacuazione dell’ospedale «Rizzoli» – a eccezione di cinque degenti intubati – perché dopo il sisma sarebbero comparse alcune crepe definite importanti nel palazzo. La struttura di soccorso e ricovero è l’unica operativa in tutta l’isola e per questo all’esterno si è comunque deciso di allestire un’area di pronto soccorso.
Dopo la scossa, e viste le conseguenze sugli edifici con il ritorno della corrente, centinaia di visitatori hanno deciso di abbandonare alberghi e appartamenti presi in affitto. Soccorsi e verifiche, fa sapere il Dipartimento della Protezione civile, sono complicate dal fatto che non tutte le zone sono facilmente raggiungibili.
A Napoli è stata disposta un’unità di crisi al «Cardarelli» per eventuali necessità di trasporto in eliambulanza, mentre un traghetto è stato messo a disposizione delle forze dell’ordine per far raggiungere l’isola ad agenti di polizia e carabinieri. Dal porto è partita un’imbarcazione con a bordo una squadra dei vigili del fuoco per affiancare i pompieri già operativi sull’isola. Altre tre motonavi sono state preparate per eventuali trasferimenti e uomini e mezzi dei vigili del fuoco sono partiti anche dal Lazio e dalla Toscana.
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca si è subito messo in contatto con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il nuovo capo della Protezione civile Angelo Borrelli per il coordinamento dei soccorsi.