la Repubblica, 19 agosto 2017
Graziano Mazza, lo sciamano delle sneakers
Lo chiamano il “il re delle sneakers” ma sarebbe più giusto definirlo “lo sciamano delle calzature”. Come in un romanzo del realismo magico sudamericano, Graziano Mazza, titolare e direttore creativo di Premiata, non ha ispirazioni ma “sensazioni” e voci che gli parlano come gli spiriti buoni di Gabriel Garcia Màrquez. Sarà per merito di quelle “soffiate” o più probabilmente per un’immaginazione visionaria, che Mazza è da sempre un anticipatore di tendenze. «L’idea della francesina senza lacci mi è venuta guardando La leggenda del Santo bevitore di Ermanno Olmi – racconta l’imprenditore marchigiano con una punta di rimpianto – me l’hanno copiata tutti e alla fine sono stati gli altri a guadagnarci più di me». Ci sono state anche le scarpe sabbiate – scaturite da una passeggiata in riva al mare con il fastidio di un paio di scarpe troppo nuove ai piedi–, le calzature da donna con il tacco alto d’argento («Ha visto quante ce n’è adesso in giro?) e, negli anni Novanta, le sneakers del nuovo tipo. Running sportive sì, ma con un tocco fashion che non stona abbinato a un abito formale: «Il futuro dello stile sarà casual. Nel nostro mondo sempre più veloce, la comodità non è un optional, aiuta a vivere meglio nel quotidiano. Chi la prova non torna più indietro». I numeri gli danno ragione: l’attività nata nel 1885 a Montegranaro diventa, quattro generazioni più tardi, Premiata con quattro linee, da quelle classiche a più d’avanguardia. L’azienda passa dagli 8 milioni di fatturato del 2008 ai 40 milioni di oggi. Poco meno di 500 mila paia di sneakers all’anno che fanno registrare nel 2017 un incremento del 40 per cento circa rispetto al 2016. L’azienda cerca l’eccellenza dovunque sia, ecco perché il made in Italy è parziale: in Vietnam montano le sneakers («sono i più bravi»), in Cina c’è uno dei migliori produttore di fondi a doppia densità mentre i pellami e la loro lavorazione sono di casa nostra. Alcuni brand del lusso si fanno produrre da Mazza i loro modelli ma lui rivendica la sua indipendenza culturale: «Sto in una nicchia e mi va bene così». Anche le sue campagne pubblicitarie sono fuori dal coro: «I modelli perfetti non mi interessano, prendiamo sempre e solo gente vera. Nell’ultima, le foto sono state scattate in una periferia degradata. Tra i protagonisti, una ragazza down e ragazzi di colore poco patinati: «Non è per buonismo, credo davvero nella diversità. Anche noi siamo anomali nel mondo del lusso, ci scelgono proprio per questo». Forte in Europa, Russia e Corea, Mazza sogna gli Stati Uniti per togliersi uno sfizio: vendere le sneakers a chi le ha inventate.