Il Sole 24 Ore, 18 agosto 2017
Fca, prima dell’alleanza il nuovo piano al 2022
Ieri anche Dongfeng Motor, dopo Geely, ha chiarito di non aver presentato alcuna offerta per Fca. Così dopo il rally innescato dai rumor di un possibile interesse cinese per il gruppo automobilistico le azioni della compagnia hanno leggermente ripiegato a Piazza Affari chiudendo in ribasso dell’1,10% a 10,78 euro. Un movimento tecnico, dettato per lo più da alcune prese di beneficio, che non toglie in ogni caso appeal alla scommessa di una grande operazione futura. Anche se, come riferito pure nei giorni scorsi, non essendoci alcuna urgenza specifica, i tempi potrebbero essere piuttosto lunghi. Questo lo si evince anche dal fatto che vi sono ancora alcune variabili da definire prima di rendere Fca una sposa adatta per nozze di alto profilo. Alcuni analisti pongono infatti l’accento sul fatto che i target al 2018 rispetto alla generazione di free cash flow (fino a 3,9 miliardi escluso il working capital) sono certamente un catalizzatore di interesse. Tuttavia, notano gli stessi esperti, Fiat Chrysler Automobiles non è ancora riuscita a vendere questa “storia” al mercato. E le quotazioni scontano il fatto che non vengono sostanzialmente incorporate le attese di un balzo dei flussi di cassa. Complice il fatto che la compagnia resta comunque una delle società del settore maggiormente levereggiate. In più, si spiega, permane l’incognita di come si chiuderà il dibattito in Usa sulla nota vicenda delle emissioni. Ci sarebbe poi un terzo fattore, rilevano gli operatori, su cui il mercato attende che il ceo Sergio Marchionne faccia luce: la strategia in materia di auto del futuro. Su questo aspetto, però, negli ultimi giorni la compagnia ha dato un segnale chiaro: da un lato l’impegno a realizzare entro il 2019 la prima Maserati elettrica e dall’altro ha siglato con Bmw, Intel e Mobileye un’intesa volta a promuovere una piattaforma comune per produrre la vettura a guida autonoma. La volontà di correre al passo con i tempi, dunque, c’è tutta. Quel che più preme però è comprendere come queste verranno declinate nel nuovo piano strategico di Fca. E proprio quest’ultima questione è uno dei tasselli chiave per definire la mappa delle potenziali alleanze. Marchionne, in uscita con l’approvazione del bilancio 2018 e quindi a primavera 2019, entro i primi sei mesi del 2018 presenterà il nuovo progetto industriale al 2022. In quelle linee guida sarà dunque contenuta la nuova forma che avrà Fca, su quale perimetro si svilupperà e quali eventuali asset valorizzerà. Verrà annunciata la tabella di marcia per il lancio dei nuovi modelli e come questi si integreranno con l’idea dell’auto del futuro. Insomma, conterrà i dettagli chiave per definire quanto sarà realmente appetibile il gruppo automobilistico italo-americano. Di certo, ha già ora diverse carte da giocare: ha una posizione rilevante nel secondo più grande mercato al mondo, gli Stati Uniti, dove ha una quota attorno al 12%; in particolare è forte in alcuni segmenti cruciali come i Pick up di grandi dimensioni dove ha circa il 22% e i Suv dove detiene più o meno il 15%; infine Jeep ha appena iniziato la scalata globale al comparto dei Suv/crossover. Quanto basta perché GM e Volkswagen mantengano alta l’attenzione sul dossier. Tanto più che a certi prezzi l’operazione potrebbe rivelarsi un’affare. Secondo i calcoli di Deutsche Bank, un’eventuale offerta dovrebbe incamerare un premio del 25% sulle quotazioni attuali. Ciò implicherebbe un prezzo complessivo di circa 20,6 miliardi di euro. Dai quali, una volta sottratto il valore di Magneti Marelli (circa 4,4 miliardi) e sommato un debito netto di circa 7,6 miliardi, si otterrebbe un enterprise value di 23,8 miliardi. Cifra che potrebbe essere giustificata solo a fronte di una produzione di cassa, ipotizzando zero sinergie e zero crescita, di 2,38 miliardi all’anno. Nei piani Fca, precisa DB, è prevista che l’auto free cash flow sia tra 3,6 e 4,7 miliardi al 2018. C’è da immaginare dunque che se Marchionne si avvicinerà a questi numeri vorrà certamente chiudere la carriera a Torino con un ultimo colpo a sorpresa.