Corriere della Sera, 18 agosto 2017
La taverna che resuscitò Marzamemi
Da una parte, la riserva e le spiagge libere e selvagge di Vendicari, tra fenicotteri, aironi e cicogne. Dall’altra, gli arenili con i lidi di Porto Palo e, poco più a Sud, il mare dove nuota il Commissario Montalbano. Nel mezzo, l’incanto di Marzamemi, una piazza e una tonnara, un palazzo principesco e una chiesa, una trattoria ed una schiera di casette da presepe, quelle dei pescatori adesso trasformate nell’ambito sogno di chi può permetterselo. Come sa, fra artisti e intellettuali che hanno eletto a luogo dell’anima questo angolo siciliano a Sud di Siracusa, uno dei più grandi pittori italiani, Enzo Cucchi. Un marchigiano di Morro d’Alba con opere esposte dal Moma di New York all’Art Institute di Chicago, da Londra a Parigi, dalla Tate al Louvre.
Scoperte e rivelazioni C’è arrivato otto anni fa in questa piazza scenografica, attigua alla vecchia tonnara, la facciata del palazzo settecentesco del principe Bonaccorsi di fronte alla «Cialoma», la trattoria dove assaggiò estasiato uno spaghetto della signora Lina quando ancora non ne conosceva il cognome, Campisi, e lei non sapeva chi fosse quel genio incuriosito da cibi e contesto. Ma scattò una scintilla e la signora Lina che non riusciva a farsi dire da Cucchi chi fosse davvero lo fulminò: «U pisci du mari si lu mancia cu si lu merita».
Ci volle un po’ per la traduzione letterale sul pesce del mare da far mangiare a chi se lo merita. Molto di più per capire che la signora Lina per «pesce» intendeva la casa alle spalle della trattoria, una meraviglia piantata sugli scogli, uno dei vecchi rifugi dei pescatori. Con Cucchi incredulo: «Dovrei comprarmi una casa a Marzamemi?». Fatto sta che lo fece. E che oggi la signora Lina è diventata «la mia sorellona», come Cucchi la definisce affidandosi in toto a lei e alla figlia, Barbara Fronterré, altra determinata donna in carriera alla guida di un book bar, come lo chiama, con bistrot e boutique, tutto ricavato al piano terra di quel palazzo dimora del principe.
Un saluto al principe Tappa obbligata al ritorno dal mare. Il padrone di casa è Domenico Bonaccorsi di Reburdone, principe ed ex presidente di Confindustria a Catania, 70 anni a febbraio, dinamico come i suoi compagni di scuola, da Luca di Montezemolo a Mario Draghi, presidente dello storico acquedotto di Casalotto, sull’Etna, 140 anni di attività, anche lui il cuore a Marzamemi dove ha cominciato a ristrutturare solo con fondi propri palazzo e tonnara di famiglia, dando il via alla rinascita del borgo quando non erano ancora arrivati Gabriele Salvatores, Tornatore, i fratelli Taviani e tanti altri registi con lo zoom puntato su piazza Regina Margherita che Giuseppe Fava, il giornalista ucciso dalla mafia nel 1984, definì «uno spazio astratto emerso da un quadro di Dalí...».
Un’emozione, allora, l’atmosfera ovattata, il silenzio irreale rotto solo dalla risacca del mare, come ricorda Chiara Brancati che con il padre Giuseppe vive al centro della baia dove tanti si tuffano, una casetta rosa piantata su un minuscolo isolotto, la barca come unico mezzo di trasporto, proprio di fronte alla tonnara dove adesso hanno aperto una sala ricevimenti e tre ritrovi che fanno le ore piccole proponendo rock, pop, metal e diavolerie con decibel che invadono la laguna. Chissà cosa ne direbbe il cugino del nonno della signora Chiara, Vitaliano Brancati, il romanziere nato qui a due passi, a Pachino, e che qualche volta attraversò la baia per soggiorni di pace. Come quello che continuano a provare tanti, non solo Enzo Cucchi, arrivando qui da settembre a giugno, scansando il pienone estivo.
Ovvio che il cinema, con un originale «Festival del cinema di frontiera» che trasforma la piazza in sala proiezione, ovvero la tv con Luca Zingaretti in azione come Commissario Montalbano, abbiano creato un richiamo capace di sovrastare i 300 abitanti con l’arrivo di tre, cinque, settemila turisti. Ma gli spazi non mancano.
Uno sguardo al mare E si corre al mare verso le spiagge di San Lorenzo, direzione Noto, ovvero verso la riserva di Vendicari, a due passi da un’altra tonnara, la Bafuto, dove il rais, il comandante dei tonnaroti, era il nonno di Barbara Fronterré: «Con mia madre che ha aperto la “Cialoma” suggerendo a intellettuali come Cucchi di piantare radici, con me che faccio vivere angoli della piazza, con tanti animatori di pub e ristoranti, ritrovi e negozi stiamo recuperando i luoghi della nostra memoria trasformandoli in un richiamo diverso ma non meno bello di un tempo. Non dimentichiamo che quando mia madre a 50 anni aprì la “Cialoma” la piazza era un parcheggio e adesso è un luogo sacro».
I signori del vino Dettaglio apprezzato da chi ha davvero piantato radici qui. A cominciare dai signori del vino. Dai Planeta al conte Paolo Marzotto, da Zonin al grande produttore toscano, Filippo Mazzei, un avo come Philip che amava definirsi «cittadino del mondo», invitato dal presidente Jefferson a introdurre la viticoltura in Virginia. Ma adesso è il simbolo americano ad attraversare in direzione opposta l’oceano perché fra i vigneti di quei signori, a Vendicari, è sorto il seducente resort di Cristina Busi, regina della Coca Cola. Anche lei, con il figlio Luca, ormai legata a doppia mandata al mare e alla piazza di Marzamemi.