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 2017  agosto 18 Venerdì calendario

Nadal torna numero uno dopo più di tre anni: «Sono felice, ho sofferto più degli altri»

Quattro. Quattro come le volte (almeno) che è risorto dalle proprie ceneri, fenice spagnola con la volontà di un leone indomabile; quattro come le vite agonistiche che si è regalato e ha regalato al mondo. Di fronte ai fenomeni, il passato evapora, scompare, lascia memorie labili: così, nella stagione in cui il tennis torna indietro di almeno un decennio glorificando la ritrovata rivalità, la più bella di sempre, tra Federer e Nadal, nessuno pensa più a dove fossero i due eroi soltanto un anno fa, a leccarsi ferite e a macerarsi nei dubbi. E il numero uno ritrovato da Rafa, per la quarta volta in carriera, appunto, sembra soltanto l’atto dovuto di una stagione incredibile e impensabile. Lui e Roger se la giocheranno fino alle Finals di novembre e il divertimento, statene certi, non mancherà.

NUOVA OCCASIONE Da Cincinnati a Cincinnati, sono trascorsi giusto nove anni: il 18 agosto 2008, carico della gloria del Roland Garros e di Wimbledon (domato per la prima volta), il satanasso maiorchino debuttava al vertice della classifica proprio durante il torneo dell’Ohio. Lunedì, esattamente dopo nove anni e tre giorni, si risiederà sul trono cancellando il record di Connors, capace di recuperare la vetta dopo 8 anni, 11 mesi e 4 giorni dalla prima volta (29 luglio 1974, 3 luglio 1983). Giusto così: Rafa ha vinto quattro finali nel 2017 (tra cui la Decima a Parigi), ne ha giocate altre tre e ha portato a casa più partite di tutti, 48. L’ultima la notte scorsa contro Gasquet, l’avversario ideale per festeggiare il traguardo: lo ha battuto per la 15a volta su 15 e non ci perde un set dal 2008. Infatti ha passeggiato: «È sempre importante vincere all’esordio, giocare sapendo di essere comunque numero uno non mi condiziona, l’obiettivo resta far bene qui e anche agli Us Open. Tornare in vetta, dopo tutto quello che è accaduto in mezzo, è molto importante e mi dà tante emozioni. Ho lavorato duro per concedermi un’altra possibilità. Sono davvero felice. E se sono felice e sto bene di salute, non c’è motivo per cui io non continui a giocare a lungo. Amo il tennis e ho passione per quello che faccio, quando non accadrà più, smetterò». Sembra quasi un messaggio rivolto agli assenti illustri di questo momento particolare: fate come me, non perdete mai la voglia.

ZIO TONI Del resto, nessuno ha conosciuto il dolore come lui: «Il calendario non c’entra con gli infortuni, è lo stesso da vent’anni. Il problema è che siamo noi a non avere più vent’anni, e può succedere di fermarsi. Ma io mi sono ritrovato in situazioni simili più volte degli altri: Federer non ha avuto molti infortuni in carriera, stessa cosa per Murray, Djokovic e Wawrinka. Sono io che ho saltato più tornei di tutti». Versione confermata da zio Toni: «Gli infortuni hanno favorito il ritorno al numero uno, ma anche Federer e Djokovic erano avvantaggiati dagli infortuni di mio nipote. Il primato non era uno dei nostri obiettivi, ma adesso dà una motivazione extra. Ora bisogna portare a casa vittorie. Dobbiamo cercare di giocare bene a Cincinnati, ma soprattutto fare un grande Us Open, che è l’obiettivo principale da qui a fine stagione». Nadal trascorrerà sicuramente 21 giorni al vertice, fino al termine di New York, salendo a 144 settimane da numero uno. Vincendo a Cincinnati, allungherebbe il vantaggio su Federer a oltre mille punti. Ma nei giorni in cui Djokovic rivela di «essere consumato» gettando ombre sul futuro e Judy Murray confessa che il figlio «difficilmente giocherà ancora a lungo», la sfida tra i titani Rafa e Roger pare solo all’inizio. Saranno tre mesi di fuoco. Il cielo li abbia in gloria.