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 2017  agosto 13 Domenica calendario

Ecco le Real News di Trump solo notizie celebrative e trionfi nel tg personale del presidente

Rinchiuso nella bolla della propria impenetrabile vanità e della propria invincibile insicurezza, Donald Trump vive nella realtà alternativa la propria grandezza immaginaria. Costruita da sicofanti, leccapiedi e soprattutto famigliari, la Trumplandia, la sua Disneyland politica privata sulla quale splende sempre il sole del successo, ora ha un proprio finto Tg, trasmesso su Facebook, nonché una rassegna stampa quotidiana costruita dai cortigiani soltanto con buone notizie per lui. Come ai bambini molto irrequieti e agli anziani molto stizzosi per tenerli calmi, la Corte di Re Donald ha dovuto organizzare attorno a lui il solo muro che dopo sette mesi di promesse fallite sia stato davvero costruito: la muraglia della verità alternativa, delle “fake news”, delle false notizie usate come antidoto alle presunte “fake news” dei critici. Nell’America sbranata dalla polarizzazione fra “noi” e “loro”, nessuna mediazione è accettabile. Chi non è con il reggente del “Magic Kingdom” di cartapesta trumpiano è un barbaro alle porte, da fermare e insultare. Su Facebook – alla quale lui preferisce Twitter, che con 140caratteri non lo costringe a pensieri troppo complessi – appare da una settimana uno speciale falso notiziario condotto da una commentatrice al servizio del partito repubblicano, Kayleigh McEnany, signora che veniva spesso invitata nei talk show veri per portare una voce allineata alla Casa Bianca. La McEnany, apparentemente bionda secondo i canoni della immagine delle donne nelle tv “reazionarmente corrette” e dunque molto bianche, legge e illustra i grandi risultati della presidenza. Esalta «il milione di posti di lavoro» creati dal presidente, omettendo di dire che il ritmo di riassorbimento della disoccupazioine è identico a quello segnato nell’ultimo anno della presidenza Obama, esalta i progressi di Borsa, le ovazioni del pubblico assemblato ai comizi, la fiducia dei consumatori e del business, il rispetto e l’ammirazione internazionali per il suocero. L’altra conduttrice del Tg di Re Donald è Lara Trump, ossia la nuora del presidente, moglie del figlio Eric. Le “Real News” – così si chiama il notiziario dal forte retrogusto nordcoreano – vengono registrate da uno studio nel grattacielo di famiglia, la TrumpTower. Informazione cucinata in casa, da cuochi di casa e registrata in casa. Giochi in famiglia, alla corte del Don paranoico che si fida soltanto di parenti e affini. Questo mangime disinformativo è pensato soprattutto per nutriere i fedeli, tra i quali cominciava a serpeggiare qualche inquietudine prima che le minacce di guerra totale agitate da Trump ricompattassero come sempre un pubblico spaventato da possibile aggressioni – il classico trucco di tutti i presidenti nei guai interni – ed è ancora soltanto classica propaganda governativa. Dove la “bolla” si fa grottesca è nella doppia rassegna stampa che gli gnomi della Casa Bianca devono predisporre due volte al giorno per tenere allegro e di buon umore il Signore. Il Don, grande consumatore di televisione, guarda esclusivamente Fox News Channel, dove propagandisti del trumpismo e della alt-right, la destra più ringhiosa e fanatica, lo incensano e gli forniscono le notizie che poi lui rilancerà nei comizi come verità di fede. Ma anche nella sua fortezza, il presidente sa che oltre il ponte levatoio ci sono critici e notizie sgradite. Per proteggerlo, i suoi minion, i suoi gnomi, selezionano le poche buone notizie per lui, pescano dalla cesta le ciliegine più gradevoli, gli editoriali più comprensivi, i dati favorevoli. E se la giornata è fosca, se trovare qualche commento adulatorio nei canali tv, nei social o sulla carta è impossibile, i cortigiani imbottiscono la cartella con foto di lui che parla ai supporter osannanti, in pose napoleoniche, con il ditino alzato a promettere e minacciare. «Metterlo di cattivo umore al mattino con notizie sgradevoli lo rende intrattabile tutto il giorno e ci rende la vita un inferno», confessano gli addetti al Regno Magico. Scatenano raffiche di tweet irosi che lui spara per sfogare la collera e che poi ministri, assistenti, portavoce, devono correre a ripulire, come gli addetti coi secchi che seguivano gli elefanti nel circo. Tutti i presidenti sempre lamentano, sinceramente o ipocritamente, il loro essere prigionieri della “bolla”, invisibile e infrangibile, che circonda, anche per ragioni di sicurezza, il capo dello Stato. Trump, che esce dalla bolla solo per avventurarsi nei sui lussuosi Golf club dove la mitica “America Dimenticata” che lo votò mai mette piede, ha aggiunto la bolla personale a quella ufficiale. Nessuno finora si era costruito un guscio protettivo nel quale chiudersi per crogiolarsi nell’adulazione, come quella pseudo tv personale, la TTV, la Trump TV affidata alla nuora di Trump dentro la torre di Trump. Si era sospettato già durante la campagna elettorale che volesse lanciare una vera Trump TV, stile Radio Mosca anni ’70. Per ora dovrà accontentarsi dei violinisti della Fox News, della nuora e della collezione quotidiana preparata dai suoi tremebondi sottopancia, rifiutando come “falsa” la realtà che non gli piace. È il meccanismo di difesa psicologica di tutti i despoti che preferiscono ignorare quello che non corrisponde alla propria vanità.