la Repubblica, 13 agosto 2017
Lettera di Marina Cvetaeva a Boris Pasternak
Marina Cvetaeva visse con lo scrittore Boris Pasternak un lunghissimo amore epistolare: si scrissero per 14 anni. Questa è datata 10 luglio 1926 (da St. Gilles-sur-vie)
Boris, Boris, come saremmo felici – a Mosca, a Weimar, e a Praga, – in questo e soprattutto nell’altro mondo, che è già tutto in noi. Le tue eterne partenze ( così me le figuro) e – qualcosa che dal pavimento mi guarda con i tuoi occhi. La tua vita – assente – con tutte le strade del mondo – e poi da me, a casa. Io non sopporto la presenza, e neanche tu. Andremo d’accordo. Caro, fai esplodere il cuore ricolmo di me. Non torturarti. Vivi. Non tormentarti per tua moglie e tuo figlio. Ti assolvo da tutto e da tutti. Prendi quello che puoi – finché hai ancora voglia di prendere! Ricorda che il sangue è più vecchio di noi, soprattutto il tuo sangue semita. Non cercare di addomesticarlo. Prendi tutto da un’altezza lirica, anzi no – epica! Scrivimi – oppure non scrivermi – di tutto, fai come vuoi. Io, a parte tutto, e cioè prima e dopo tutto ( fino alla prima luce dell’alba!) ti sono amica. M.