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 2017  agosto 09 Mercoledì calendario

Il codice Minniti sulle Ong spaccherà il governo?

Ultime sui migranti. A Ceuta, dove la Spagna ha alzato una barriera di sei metri per impedire ai marocchini o a chi si è spinto fin lì di passare da questa parte, c’è stato un assalto di un migliaio di disperati che, armati di sassi e bastoni, sono riusciti a sfondare la linea di confine e a entrare in territorio spagnolo. È l’ultima incursione di una serie che è cominciata da qualche giorno, duecento lunedì, 73 il 1° agosto, trecento - secondo la Croce Rossa - nei giorni precedenti. I mille di ieri hanno rotto l’argine a Tarajal e hanno corso a perdifiato per un chilometro e mezzo, fermandosi poi a baciare la terra che erano riusciti a raggiungere e lasciando che le tv spagnole li riprendessero. Molti però sono stati riacciuffati e saranno rimandati a casa loro. Secondo il ministro dell’Interno di Madrid, Juan Ignacio Zoido, alla fine di luglio erano entrati irregolarmente in Spagna in 10.751, 3.200 attraverso Ceuta e Melilla. Altra notizia: la Ong Open Arms ha sottoscritto il codice di autoregolamentazione con il Viminale e domani dovrebbero firmare anche quelli di Sos Mediterranée. Le Ong che hanno accettato il codice di Minniti sarebbero a questo punto sei su nove. Ancora: la Guardia Costiera libica ha fatto sapere di aver prestato soccorso a un barcone con 121 migranti nelle sue acque territoriali e che era diretto verso l’Italia. Tripoli ha specificato che, dopo i primi soccorsi, i 121 stranieri sono stati trasferiti in un centro per immigrati clandestini. È il terzo blitz della Guardia Costiera libica in pochi giorni per bloccare imbarcazioni dirette verso l’Europa. Ultima informazione: a Ventimiglia, città di 23 mila abitanti, sono transitati negli ultimi sessanta giorni più di trentamila disperati.
Queste pressioni sulla Spagna potrebbero essere un risvolto del codice introdotto da Minniti?
Non so rispondere. Ma è un fatto che il numero di arrivi sulle nostre coste è calato precipitosamente.

Perché il ministro Delrio non è d’accordo sul codice di Minniti?
Domanda sbagliata. Il ministro Delrio (Trasporti) in un’intervista a Repubblica non solo s’è detto d’accordo sul codice, ma ha spiegato che il codice nasce da un’iniziativa del suo ministero, a cui il ministro dell’Interno Minniti «ha aggiunto elementi di ulteriore sicurezza». Solo che - dice Delrio - ci sono situazioni particolari in cui è impossibile vietare anche alle ong che non hanno firmato (come Medici senza frontiere) il trasbordo dei migranti o l’accesso a uno dei nostri porti. «Stiamo parlando di soccorso in mare - regolamentato dalle leggi internazionali - non di controllo dei flussi o delle politiche di integrazione. Questo soccorso non è derogabile, né discrezionale. Nel codice c’è scritto che il trasbordo si può fare, in situazioni particolari, coordinato dalla Guardia costiera. C’è qualcuno che non considera giusto affidare alla Guardia costiera questa valutazione?». La Guardia costiera dipende proprio da Delrio, e qui potrebbe innestarsi un elemento di confusione.

Minniti stava per dimettersi?
Minniti ha percepito che sulla rigida applicazione del codice - che vieta il trasbordo se non in situazioni particolarissime - aveva contro, per dir così, il pensiero cattolico del governo e, senza convocare i giornalisti ma tenendo il dissidio nelle segrete stanze, ha fatto sapere di essere pronto ad andarsene se la sua linea non fosse stata approvata al cento per cento. Ha reso palpabile la sua irritazione disertando il consiglio dei ministri di lunedì, cosa che ha notevolmente infastidito Delrio. Da questo guaio (le dimissioni di Minniti avrebbero provocato la crisi del governo) si è usciti con una dichiarazione del presidente della Repubblica di totale appoggio al codice e con un’analoga presa di posizione di Palazzo Chigi. Ieri Gentiloni s’è anche fatto intervistare dal Tg1, e ha detto: «Il codice dei migranti è un pezzo fondamentale di una strategia d’insieme sull’immigrazione: questa strategia di collaborazione anche con le autorità libiche sta producendo piano piano risultati. I flussi si stanno gradualmente riducendo, vince lo Stato e perdono gli scafisti. È uno spiraglio, ma uno spiraglio su cui insistere».

Ci sono state altre polemiche per via delle dichiarazioni di Mattarella su Marcinelle.
Sì, ieri Mattarella ha ricordato l’incidente nelle miniere di Marcinelle dell’8 agosto 1956 che costò la vita di 262 minatori, e di questi 136 erano italiani. Mattarella: «Generazioni di italiani hanno vissuto la gravosa esperienza dell’emigrazione, hanno sofferto per la separazione dalle famiglie d’origine e affrontato condizioni di lavoro non facili, alla ricerca di una piena integrazione nella società di accoglienza. È un motivo di riflessione verso coloro che oggi cercano anche in Italia opportunità che noi trovammo in altri Paesi e che sollecita attenzione e strategie coerenti da parte dell’Unione Europea». Matteo Salvini s’è scagliato, per queste parole, contro il Presidente della Repubblica («si vergogni») e Roberto Saviano, a sua volta, s’è scagliato contro Salvini, guadagnandosi la replica: «Quando saremo al governo ti leveremo quell’inutile scorta».

Ma perché Mattarella dovrebbe vergognarsi?
I migranti attuali hanno in effetti molto poco in comune con i nostri di Marcinelle. Quella volta il governo italiano barattò con il Belgio, che aveva bisogno di manodopera, la consegna di 50 mila lavoratori da impiegare in miniera in cambio di una fornitura di carbone. I nostri non erano per niente clandestini. Casomai, forse, erano degli schiavi.