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 2017  agosto 12 Sabato calendario

Flussi migratori: è l’estate di Ceuta, la Spagna ora teme il cambio delle rotte. Arrivi quadruplicati, col calo in Italia presto il paese iberico supererà la Grecia

Adesso anche per la Spagna i flussi migratori «sono un problema di tutta l’Unione Europea». Affermazioni ben note in Italia, dove secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni si registra ancora il maggior numero di arrivi tra stati Ue, ma che ora – è argomento di un editoriale di El País di giovedì dal titolo “Ceuta al collasso” – si fanno nel Paese che si riteneva meno esposto grazie agli accordi con il Marocco. La Spagna, sono dati Oim, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ha visto infatti quadruplicare il numero di ingressi dal Nord Africa e tra breve supererà la Grecia. Gli arrivi via mare nella penisola iberica dal primo gennaio al 6 agosto sono stati 8.385, contro i 2.476 dei primi sette mesi del 2016. A questo ritmo, la Spagna potrebbe superare la Grecia, dove nello stesso lasso di tempo si sono registrati 11.713 arrivi, cioè un calo vertiginoso rispetto ai 160.888 dell’anno passato. I numeri spagnoli restano poca cosa se confrontati con quanto continua ad affrontare l’Italia, dove da inizio anno a ieri sono stati contati 96.930 arrivi, cioè undici volte tanti quelli spagnoli, 3.896 meno che nel 2016. Ma Madrid è allarmata, guarda sbigottita le immagini che arrivano da Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco, dove anche ieri c’è stato il quarto tentativo di migranti, bastoni e lance rudimentali alla mano, per superare le reti che li separano dall’Europa. Fonti della polizia spagnola riferiscono inoltre che a chi prova a passare vanno aggiunti i 1.500 migranti africani accampati a Beliones, una località vicina a Ceuta. Dopo la chiusura della rotta terrestre balcanica, successiva agli accordi europei con la Turchia e capace di diminuire gli arrivi in Grecia, a determinare il mutamento di percorso nel flusso migratorio sono le politiche di repressione messe in atto dalla Guardia costiera libica. Muri, pattugliamenti navali, accordi con i Paesi alle frontiere europee perché fermino i migranti prima che attraversino il Mediterraneo hanno fatto calare gli arrivi totali nell’Unione Europea di 146.408 unità (erano 263.436 nel 2016, sono a oggi 117.028). Resta però altissimo il numero di chi perde la vita in mare, con 2.045 vittime accertate e ipotesi fondate di un’ecatombe ben più drammatica. Di fronte a questi numeri, appare comunque perdente la strategia dell’Europa, che nel settembre 2015 oltre all’accordo con la Turchia prevedeva il ricollocamento dei profughi tra i vari stati membri. Entro settembre 2017, 160mila persone dovrebbero essere state trasferite da Grecia e Italia, ma a meno di un mese dal termine stabilito l’Ue ha già rivisto i suoi obiettivi e fissato il traguardo a 106mila trasferimenti in tutto. Per quanto riguarda l’Italia, i dati diffusi ieri dal Viminale indicano che i migranti arrivati nel 2017 provengono soprattutto da Nigeria (16.559), Bangladesh (8728), Guinea (8683), Costa d’Avorio (8053), Mali (5615) ed Eritrea (5592).