La Stampa, 11 agosto 2017
Alimentari, export record. Il made in Italy cresce dell’11%. Coldiretti: «Ma attenti al Ceta»
È record storico per il made in Italy alimentare all’estero: nel primo semestre registra una crescita del 10,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato è tanto più significativo se si considera che nel 2016 l’agroalimentare aveva già raggiunto il massimo storico di 38,4 miliardi.
Quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentare, spiega la Coldiretti, interessano i Paesi dell’Ue ma gli Stati Uniti sono di gran lunga il principale mercato dell nostro export agroalimentare fuori dai confini dall’Ue, ed il terzo in termini generali dopo Germania e Francia. Il prodotto agroalimentare italiano più esportato all’estero è il vino seguito dall’ortofrutta fresca. Il vino negli Usa segna +0,7% in quantità (1,29 milioni di ettolitri) e +1,1% in valore (673,6 milioni di dollari).
L’organizzazione degli agricoltori lancia però l’allarme sui possibili effetti del Trattato di libero scambio con il Canada (Ceta) in corso di ratifica in Italia: «Per la prima volta nell’Ue – denuncia – si legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai prosciutti di Parma e San Daniele».
Considerando gli scambi commerciali nel complesso, secondo i dati Istat a giugno si registra una diminuzione sia per le importazioni (-2,9%) che per le esportazioni (-1%) rispetto al mese precedente. La crescita si mantiene invece sostenuta su base annua, con l’export in progresso dell’8,2% e le importazioni del 9,9%.