10 agosto 2017
APPUNTI PER GAZZETTA - IL SINDACO DI LICATA SFIDUCIATOREPUBBLICA.IT"Credo che abbiano i numeri per sfiduciare"
APPUNTI PER GAZZETTA - IL SINDACO DI LICATA SFIDUCIATO
REPUBBLICA.IT
"Credo che abbiano i numeri per sfiduciare". Alle otto di sera di quello che è stato il suo ultimo giorno da sindaco, nell’aula del consiglio comunale di Licata, Angelo Cambiano, il sindaco "demolitore", come lo hanno ribattezzato per la sua fermezza nel far abbattere case e ville dei suoi concittadini che sentenze ormai definitive hanno giudicato abusive, aveva già capito come sarebbe finita. Tre ore e mezzo dopo, il Consiglio comunale di Licata lo ha sfiduciato con 21 voti, uno in più dei 20 che servivano.
Cambiano ha pagato cosi la sua lotta alle case abusive che da decenni occupano la fascia entro i 150 metri del litorale di Licata. "Mi accusano di non aver fatto arrivare al Comune risorse e finanziamenti, ma non è vero perché ho portato oltre 52 milioni di euro. Il vero motivo lo sanno tutti, qual è ma non hanno il coraggio di dirlo. Io me ne torno al mio mestiere di insegnante di matematica, ma la politica qui dovrà assumersi le sue responsabilità: quella di dire alla gente che un sindaco che fa niente di più che il suo dovere viene cacciato meno di due anni dopo l’inizio del suo mandato". Cambiano ha parole dure anche nei confronti del candidato dei 5S alla presidenza della Regione, Giancarlo Cancelleri: " Ha già detto che, in caso di vittoria, agli ’abusivi per necessità’ non verrà demolita la casa: slogan elettorali solo per avere i voti degli abusivi".
LEGGI Solidarietà a Cambiano e polemica con i 5Stelle
Sedici i consiglieri che avevano sottoscritto la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco espressione di quattro liste civiche di centro e successivamente avvicinatosi alla sinistra, venti i voti necessari per far passare la sfiducia, ventuno quelli che hanno defenestrato il sindaco che, dopo gli incendi di due case di famiglia, minacce e intimidazioni, vive sotto scorta. Fra i 16 firmatari anche i fedelissimi del ministro Angelino Alfano, a loro si sono aggiunti la presidente del Consiglio Carmelinda Callea e i tre di "Area Rinnovamento", il ventunesimo è stato il consigliere Angelo Iacona della lista di "Riprendiamo il cammino". A fianco di Cambiano i sei fedelissimi delle sue due liste e i consiglieri del Pd.
LEGGI La polemica: la svolta "morbida" di Cancelleri sugli abusivi
Cambiano ha già fatto sapere che impugnerà l’atto perché "le motivazioni riportate nella mozione sono solo bugie". Nei giorni scorsi anche Ficarra&Picone erano intervenuti a favore del sindaco, con un tweet, in cui lo hanno paragonato al sindaco protagonista del loro ultimo film, ’L’Ora Legale’.
"Il film ’L’ora legale’ sembra rappresentare correttamente l’ attuale società, questo con sincero dispiacere...". E’ soltanto uno dei post pubblicati sulla pagina di Facebook di Angelo Cambiano. A paragonare su Facebook la vicenda di Cambiano all’ultimo film di Ficarra&Picone è Marco Bartolomeo. Sui social, dalla notte scorsa, sono tanti i post di cittadini dispiaciuti per la sfiducia. Giusi Castrogiovanni scrive: "Il tornaconto politico ha vinto sul bene di Licata. Esprimo tutta la mia solidarietà al sindaco e non ho nessun problema a dichiarare che per me Angelo Cambiano è stato il miglior sindaco di Licata degli ultimi 20 anni. Io non devo rendere conto a nessuno delle mie affermazioni o azioni, non so se chi ha votato la sfiducia può affermare di essere parimenti libero". Antonio Cammarata scrive lapidario: "Paese di ignoranti e raccomandati. Siamo abusivi e resteremo abusivi. E devo sentir parlare persone che non sanno nemmeno cosa significhi. Grazie di tutto". Mentre Carmelo Professo dice: "Grazie sindaco, non è colpa sua se molti vogliono rimanere nel 1800". Paola Giovanni invece spiega: "Adesso tra qualche mese ci saranno le solite pecore in cerca di voti. Fate schifo. Stima per Angelo Cambiano che ha fatto di tutto per migliorare la nostra città".
ABUSIVISMO CANCELLERI
C’è il Movimento 5 stelle duro e puro, con emendamenti presentati alla Camera «contro gli abusivi » e attacchi durissimi di deputati regionali come Trizzino. E il Movimento da campagna elettorale, con il candidato Cancelleri che assicura: «Non abbatteremo le case della povera gente». Prendendo a modello Bagheria, che ha appena approvato un contestato regolamento. «Voltafaccia elettorali», dice la deputata Claudia Mannino, sospesa dai 5 stelle per il caso firme false ma a nome del Movimento firmatario di un emendamento alla Camera che prevede sanzioni per tutti gli abusivi. Di certo c’è che il candidato governatore Giancarlo Cancelleri, rispondendo su La 7 a una domanda sull’abusivismo edilizio siciliano, ha fatto una distinzione tra chi «ha invaso le coste oppure insiste in zone di inedificabilità assoluta, e che non è accettabile », e «un abusivismo di necessità perché non sono stati fatti i piani casa in questa Regione, perché gli Iacp non hanno dato la casa a chi ne aveva bisogno». «A Bagheria — ha aggiunto — abbiamo fatto un regolamento comunale, il nostro sindaco non sta buttando giù le case della povera gente, quelle che però non insistono nei 150 metri o nelle zone di inedificabilità assoluta». Un’apertura ai cosiddetti abusivi di necessità. Cancelleri dice che non «abbatterà le case della povera gente » e cita il regolamento di Bagheria sul quale la Regione ha avviato verifiche dopo un esposto presentato da alcuni consiglieri comunali, cittadini e dal segretario locale dei dem Orazio Amenta. Nell’esposto anzitutto si sottolinea un possibile conflitto d’interesse sia perché il regolamento è stato proposto dal sindaco Patrizio Cinque, «che insieme ai parenti è proprietario di un immobile abusivo» sul quale pende richiesta di sanatoria, sia perché è stato votato da consiglieri che «hanno parenti in linea retta proprietari di immobili abusivi». Ma, entrando nel merito, si sollevano altri dubbi. Il regolamento approvato dai 5 stelle a Bagheria consente di concedere «il diritto di abitazione» in un immobile abusivo utilizzato come prima casa e per il quale il Consiglio comunale abbia deliberato il mantenimento «per soddisfare il fabbisogno di edilizia residenziale» non solo al «responsabile dell’abuso e ai componenti del suo nucleo familiare » al momento della costruzione dell’immobile, ma anche «ai figli, parenti in linea retta, sposati o coppie di fatto occupanti unità immobiliari autonome dello stesso fabbricato».Un altro punto contestato è un articolo dal titolo “Casi eccezionali”. Bene, come si legge nel testo dell’articolo del regolamento, «nei casi in cui l’immobile acquisito al patrimonio comunale non possa essere mantenuto in zona di inedificabilità assoluta, se il Comune non dispone delle somme necessarie per demolire l’immobile il sindaco può concedere il diritto di abitazione temporaneo solo se si tratta di dimora abituale e fino a quando il Comune non reperirà le somme per la demolizione ». Il sindaco insomma ha un potere di non poco conto. Il Movimento sull’abusivismo si scopre a dir poco moderato nella terra che vanta numeri record in materia di illeciti edilizi. E non mancano i malumori anche tra deputati regionali che non hanno gradito la posizione mordiba di Cancelleri che vorrebbe estendere il "modello Bagheria" a tutta l’Isola. E su questa svolta 5 stelle non mancano le polemiche, dagli ambientalisti all’ex presidente della commissione Antimafia Francesco Forgione.
SOLIDARIETA’ A CAMBIANO
Tutti con Angelo Cambiano. Perché, per dirla ad esempio con Legambiente, «la mozione di sfiducia al sindaco di Licata è una delle pagine più tristi e brutte della democrazia italiana. La politica siciliana ha scritto un’altra pagina di vergogna, perché non ha saputo difendere un uomo delle istituzioni che ha fatto solo il suo dovere». La decisione del Consiglio comunale di Licata di mandare a casa il sindaco anti-abusivi provoca reazioni politiche trasversali a sostegno dell’amministratore: «Noi – dice ad esempio il segretario regionale della Lega Nord in Sicilia occidentale, Alessandro Pagano – stiamo con Cambiano. È stato cacciato dopo essersi battuto per la legalità e contro l’abusivismo edilizio, sfiduciato anche con i voti degli uomini di Alfano. Per loro, legalità a giorni alterni. #IostoconCambiano».
Qualcuno collega la sfiducia a Cambiano con le dichiarazioni di Giancarlo Cancelleri. Il candidato governatore del Movimento 5 Stelle, martedì, aveva aperto all’«abusivismo di necessità», richiamandosi al modello Bagheria del sindaco Patrizio Cinque, e l’ex presidente dell’Antimafia e numero uno della fondazione Federico II Francesco Forgione ne approfitta per attaccarlo: «Mentre viene sfiduciato un bravo e onesto sindaco che ha fatto demolire le costruzioni abusive lungo la costa di Licata – scrive Forgione – Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Cancelleri difendono l’abusivismo ma dicono quello di necessità. Esattamente come diceva Totò Cuffaro quando gli abusivi da lui sostenuti facevano i cortei dietro lo striscione “Forgione uguale demolizione”. Ecco la differenza tra la legalità praticata e la parola onestà urlata come slogan a casaccio».
Una posizione condivisa da Legambiente: «Sicuramente – attacca il leader dell’associazione in Sicilia, Gianfranco Zanna – se altri sindaci, invece di nascondersi dietro cavilli e rinvii, si fossero comportati con serietà e rigore e avessero anche loro applicato la legge e avessero abbattuti gli abusi edilizi, come fa il sindaco di Carini, Angelo Cambiano non sarebbe rimasto isolato. E c’è chi adesso, con una encomiabile faccia di bronzo, parla di “abusivismo di necessità” solo per raccattare qualche voto cavalcando il populismo. Ma quante case abusive sono state abbattute a Bagheria da quando è stato eletto tre anni fa il sindaco 5 stelle? Altre nuove pagine di politica vergognosa».
Bonelli (Verdi): "Solidarietà a Cambiano, 5Stelle come Berlusconi". "Mentre il sindaco di Licata Angelo Cambiano, a cui va la nostra solidarietà, viene cacciato per la sua battaglia di legalità contro l’abusivismo edilizio, il Movimento 5 Stelle strizza gli occhi agli abusivi e dimostra di essere uguale alle altre forze politiche responsabili del disastro siciliano". E’ quanto si legge in una nota del coordinatore dei Verdi, Angelo Bonelli. "In realtà sull’abusivismo edilizio il Movimento 5Stelle è uguale a Berlusconi e al presidente della Regione Campania De Luca: tutti uniti dallo strizzare l’occhio agli abusivi mentre i cittadini onesti che rispettano la legge sono sempre più fessi di fronte a questa politica che calpesta il territorio e i principi fondamentali di legalità - prosegue - Il fattaccio è accaduto ieri in un comizio alla presenza di Di Battista e di Luigi Di Maio, quando il candidato alla presidenza della Regione Cancellieri ha affermato che se eletto non demolirà le case di chi ha costruito per necessità. La stessa idea messa in pratica da Berlusconi con i condoni e da De Luca che con la sua legge impugnata dal governo prevede il blocco delle demolizioni per chi ha edificato per necessità. Come se oggi costruirsi abusivamente una villa e spendere almeno 100 mila euro possa definito abuso di necessità". Per Bonelli "con queste parole Cancellieri conferma di essere alla ricerca esclusivamente di voti per la sua elezione, ma le sue parole rischiano in queste ore di produrre l’effetto di una corsa ad edificare abusivamente, per poi tifare e sostenere l’elezione di Cancellieri e riscuotere alla fine la sua promessa". "In una regione come la Sicilia dove ogni 800 metri di costa c’è una villa abusiva e dove l’indice di abusivismo è pari al 46,8% - conclude - il candidato di Grillo butta benzina sul fuoco ma gli ricordo che non applicare leggi dello stato equivale a commettere un reato e su questo, come Verdi, non faremo sconti a nessuno, nemmeno al Movimento 5stelle".
Granata (Green Italia): "Gli onesti sono Cambiano". "Solidarietà e onore ad Angelo Cambiano, valoroso sindaco di Licata, sfiduciato dal Consiglio Comunale solo per aver applicato la legge facendo demolire 67 case abusive". Lo dice Fabio Granata, tra i fondatori del movimento Green Italia. "Le risibili motivazioni della sfiducia sono simbolicamente rappresentative del dispregio diffuso per qualsiasi forma di tutela della legge e dei beni comuni - aggiunge - Una sfiducia proposta e approvata da una maggioranza trasversale ma con ampia rappresentanza della sinistra cittadina. Ma altro che destra e sinistra: la nuova demarcazione passa tra chi oggi festeggia e chi resta al fianco di Angelo. I siciliani onesti restano al fianco di Angelo senza se e senza ma".
LASICILIA.IT
Minacce e intimidazioni non erano riusciti a fermarlo e neppure i blocchi e i sit-in organizzati dagli abusivi per cercare di impedire alle ruspe di demolire gli immobili costruiti fuorilegge finiti nell’elenco della magistratura che ha ordinato gli abbattimenti.
Ce l’ha fatta invece la politica. Angelo Cambiano, il sindaco anti-abusivi, è stato sfiduciato dal suo consiglio comunale che ha approvato la mozione: 21 i voti che hanno sancito la fine del mandato del sindaco, eletto due anni fa, e che vive sotto scorta dopo le minacce subite e l’incendio di due case appartenenti alla sua famiglia.
La mozione era stata presentata da 16 consiglieri comunali che gli contestano scelte sbagliate che avrebbero fatto arrivare meno risorse nelle casse comunali. «Il vero motivo lo sanno tutti qual è, ma non hanno il coraggio di dirlo», replica Cambiano, che impugnerà l’atto perché «le motivazioni riportate nella mozione sono solo bugie».
Intanto è pronto a tornare al suo mestiere di insegnante di matematica dopo essere diventato il simbolo della lotta contro l’abusivismo nella costa di Licata.
«Sono deluso e amareggiato. Se questa è la fine che fanno gli amministratori che fanno solo il proprio dovere: ho avuto minacce di morte, proiettili, due case incendiate», osserva Cambiano. «Vuol dire che è una classe politica inadeguata, alla ricerca solo del consenso elettorale e non accetto chiamate e solidarietà a posteriori - afferma - Sono amareggiato dalla politica e dalla sua falsità alla ricerca solo del consenso. Quella di demolire immobili non è stata una scelta politica. Ci sono delle sentenze della magistratura che lo hanno decretato e le sentenze vanno rispettate». E ricorda «le parole del ministro Alfano che da capo del Viminale venne a Licata». «Ci ha messo la faccia è vero, quando disse: ’è finito il tempo della politica che coccola gli abusivì - prosegue Cambiano - Ieri però i consiglieri comunali di Ap hanno votato la sfiducia».
«Licata comunque non è una città di delinquenti - sostiene Cambiano - Ho 36 anni, sono padre da 9 mesi, sono abituato alla paura, vivo sotto scorta. Vorrei riappropriarmi solo della mia vita». Per Legambiente Sicilia la sfiducia a Cambiano «è una delle pagine più tristi e brutte della democrazia italiana».
LASTAMPA.IT
Il Consiglio comunale ha sfiduciato il sindaco “antiabusivi” di Licata (Agrigento) Angelo Cambiano. Il voto di sfiducia è arrivato nella tarda serata di ieri in un’aula comunale affollata e infuocata. La mozione è stata approvata con 21 sì e 8 no, dopo quasi quattro ore di consiglio comunale. Non sono mancati i momenti di tensione. Cambiano, durante il suo intervento, parlando delle demolizioni, ha chiesto ad alcuni consiglieri in aula se hanno interessi o se siano coinvolti in questioni di abusivismo edilizio, Ma il suo intervento è stato bloccato dalla Presidente del consiglio comunale Carmelinda Callea, secondo cui l’argomento «non era all’ordine del giorno». Cambiano ha fatto abbattere in poco meno di un anno 67 case abusive, così come prevede la legge. E un anno fa era stato anche destinatario di un gesto intimidatorio.
«Ringrazio quanti hanno creduto in me e mi hanno sostenuto in questi due anni - ha detto Cambiano alla fine del voto - Ringrazio quanti hanno lavorato non per la città ma per la sfiducia dal giorno dopo le elezioni: anche loro mi hanno spinto a Fare sempre di più. Auguro a questa città, la mia città che un giorno possa finalmente avere una politica degna che non sia fatta di vincitori o di vinti ma di persone che sappiano lavorare fianco a fianco per la città mettendosi al servizio della città e non servendosi di essa».
«È stato difficile essere Sindaco di una città tanto problematica ma è stato al contempo un vero onore per me - ha aggiunto - Io e la mia amministrazione ci abbiamo messo impegno, dedizione e passione. Ma quanto accaduto dimostra che la politica delle «promesse» e dei tornacontismi alla fine resta sempre in piedi. Da giovane Licatese questo è quanto mi amareggia di più». Cambiano ha già fatto sapere che impugnerà l’atto perché «le motivazioni riportate nella mozione sono solo bugie». Nei giorni scorsi anche Ficarra&Picone erano intervenuti a favore del sindaco, con un tweet, in cui lo hanno paragonato al sindaco protagonista del loro ultimo fil “L’Ora Legale”.
GIORNALE DI SICILIA
LICATA. Angelo Cambiano, il sindaco anti-abusivi di Licata che vive scortato perché minacciato più volte e contro cui ci sono state diverse intimidazioni compreso l’incendio di due case di famiglia, è stato sfiduciato ieri sera dal consiglio comunale. Ventuno i voti a favore della sfiducia, uno in più del quorum necessario.
La mozione era stata presentata da 16 consiglieri comunali che gli contestano scelte sbagliate che avrebbero fatto arrivare meno risorse nelle casse comunali. "Il vero motivo lo sanno tutti qual è, ma non hanno il coraggio di dirlo", replica Cambiano, pronto a tornare al suo mestiere quello di insegnante di matematica dopo essere diventato il simbolo della lotta contro l’abusivismo nella costa di Licata, dove sono in corso le demolizioni su ordine della magistratura in un clima di costante tensione. Cambiano, eletto meno di due anni fa, ha annunciato che impugnerà l’atto perché "le motivazioni riportate nella mozione sono solo bugie".
"Sono deluso e amareggiato. Se questa è la fine che fanno gli amministratori che fanno solo il loro dovere, ho avuto minacce di morte, proiettili, due case incendiate. Vuol dire che è una classe politica inadeguata, alla ricerca solo del consenso elettorale e non accetto chiamate e solidarietà a posteriori - aggiunge - Sono amareggiato dalla politica e dalla sua falsità alla ricerca solo del consenso. La mia non è stata una scelta politica quella di demolire immobili. Ci sono delle sentenze della magistratura che lo hanno decretato e le sentenze vanno rispettate".
E prosegue: "Mi rimbombano le parole del ministro Alfano che da capo del Viminale venne a Licata, c’ha messo la faccia è vero, quando disse: ’è finito il tempo della politica che coccola gli abusivi’. Ieri però i consiglieri comunali di Alternativa Popolare hanno votato la sfiducia". "Licata però non è una città di delinquenti - sostiene Cambiano - E’ stata solo troppo in silenzio ad aspettare di vedere cosa poteva accadere. E ora, il mentore della mia sfiducia Carmelo, che ha annunciato la sua candidatura all’Ars alle prossime elezioni regionali con l’Udc, potrà strizzare l’occhio agli abusivi promettendo un condono per un pugno di voti in più. Ho 36 anni, sono padre da 9 mesi, sono abituato alla paura, vivo sotto scorta. Per ora dalla prefettura non ho sentito nessuno. Vorrei riappropriarmi solo della mia vita".
E non mancano le reazioni: "La mozione di sfiducia al sindaco Cambiano è una delle pagine più tristi e brutte della democrazia italiana. La politica siciliana ha scritto un’altra pagina di vergogna, perché non ha saputo difendere un uomo delle istituzioni che ha fatto solo il suo dovere". Lo dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia. "Sicuramente se altri sindaci, invece di nascondersi dietro cavilli e rinvii, si fossero comportati con serietà e rigore e avessero anche loro applicato la legge e avessero abbattuti gli abusi edilizi, come fa il sindaco di Carini, Angelo Cambiano non sarebbe rimasto isolato - aggiunge Zanna - E c’è chi adesso, con una encomiabile faccia di bronzo, parla di ’abusivismo di necessità’ solo per raccattare qualche voto cavalcando il populismo. Ma quante case abusive sono state abbattute a Bagheria da quando è stato eletto tre anni fa il sindaco 5 stelle? Altre nuove pagine di politica vergognosa".
INTERVISTA
LICATA. «Impugnerò l’atto perché le motivazioni che sono state riportate sono solo bugie». Angelo Cambiano interviene così sul voto del Consiglio comunale che ieri sera l’ha sfiduciato.
Perché ricorrerà alla giustizia ordinaria?
«Perché questo atto, votato il 9 agosto, affossa la città. Perché un commissariamento comporterà questo per Licata. Questo sindaco è stato sfiduciato perché ha adempiuto a quanto imposto dalla Procura della Repubblica sul fronte delle demolizioni. Si sfiducia questo sindaco perché questi consiglieri vogliono strizzare l’occhio agli abusivi. Ed i consiglieri che sono implicati in vicende di abusivismo, direttamente o con le proprie famiglie, che hanno firmato la mozione si dovevano solo alzare ed uscire dall’aula».