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 2017  agosto 10 Giovedì calendario

Legambiente: «Le coste italiane mangiate dal cemento»

 (ANSA) – ROMA, 10 AGO – La metà delle coste italiane ha
cambiato volto negli ultimi anni, «mangiata» dal cemento. Come
se non bastasse l’erosione di un terzo delle spiagge provocata
dai cambiamenti climatici, una grossa fetta del litorale è stata
occupata da costruzioni abusive. Al ritmo di 25 metri al giorno,
se ne sono persi otto chilometri all’anno, afferma Legambiente
nel rapporto `Ambiente Italia´ avvertendo che l’erosione è
destinata a crescere senza un cambio delle politiche.
Soltanto il 19% del litorale (1.235 km) del Belpaese è
sottoposto a vincoli di tutela e tra le regioni «più devastate»,
per aver costruito negli ultimi decenni entro i 300 metri di
distanza dalla costa, spiccano Sicilia, Lazio e Campania.
Su metà delle coste italiane lo scenario è via via cambiato
negli anni perché la natura ha dovuto cedere il posto a cubature
di cemento di palazzi, alberghi e ville.
L’analisi di Legambiente, tra consumo di suolo ed erosione,
prende in considerazione 6.500 km di costa, da Ventimiglia a
Trieste e le due isole maggiori: 3.300 km trasformati in modo
irreversibile (720 occupati da industrie e porti, 920 da centri
urbani), quasi 1.700 chilometri con ville e villette (25% della
costa). La Sicilia ha il primato per urbanizzazione meno densa
ma diffusa (350 km), seguita da Calabria e Puglia; la Sardegna è
invece la regione più virtuosa, la meno urbanizzata d’Italia.  E
l’abusivismo edilizio, oltre a sfregiare il paesaggio, alimenta
una vera e propria filiera del cemento illegale (dalle cave,
agli impianti di calcestruzzo, fino alle imprese edili),
arricchendo in molti territori le casse dei clan, dice
Legambiente.
Intanto, proprio per valutare il consumo di suolo su scala
nazionale, capace però di entrare nei dettagli territoriali,
arriva anche se ancora in fase sperimentale un’applicazione web
ad hoc, messa a punto in tre anni di lavoro dal Centro di
ricerca interdipartimentale Crisp, costituito dall’università
Federico II di Napoli e del Cnr. Si chiama `Soil monitor´ e
promette di offrire un quadro delle funzioni dei servizi
ecosistemici dei suoli e il rischio di un suo degrado. Una
piattaforma che potrebbe implementare alcuni testi di legge
sulla tutela del suolo, ma anche quella sugli ecoreati, e il
Collegato ambientale, per esempio, proprio per combattere
l’abusivismo edilizio. (ANSA).