Il Messaggero, 10 agosto 2017
L’ultimo divieto dell’estate: «In bermuda non si entra» e il sindaco di Viareggio viene accompagnato fuori
Camicia bianca, bermuda, Timberland classiche. Poi, la didascalia: «Detto fra noi, ero davvero vestito così male??!!». A “sfilare”, sotto gli occhi virtuali di cittadini e amici, ieri, è stato il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro che, su Facebook, ha raccontato di essere stato allontanato la sera prima da un locale della sua città il Club Nautico Versilia, in Darsena dove avrebbe dovuto cenare con amici, perché il suo abbigliamento non rispettava le regole, secondo le quali gli uomini devono indossare pantaloni lunghi. Senza eccezioni. Così, dopo essersi seduto, il sindaco è stato avvicinato da un cameriere, che gli ha illustrato il problema. Inutile tentare di giustificarsi, regole inflessibili.
OFFESO
Del Ghingaro esce, «non senza vergogna». Cena altrove, poi pubblica il suo racconto: «Mi sono fatto una domanda: ma in quel locale controlleranno oltre ai vestiti, chessò il casellario giudiziale, il permesso di soggiorno, il codice fiscale, il certificato di sana e robusta costituzione, il tesserino di pesca, il colore della pelle, la tessera di partito, l’attestato di laurea, etc etc? Boh, giuro che la prossima volta (non certamente lì, garantisco) m’informerò prima d’entrare». Il sindaco sostiene che il divieto non fosse esposto, il Club ribatte che è, da sempre, all’ingresso. La “platea” social si spacca. Molti sostengono Del Ghingaro, giudicando sorpassato il dress code, altri parlano di «ripicca politica». Tanti difendono il Circolo. Qualcuno aggiunge: «Hanno fatto bene, a noi comuni mortali è proibito girare sul lungomare a torso nudo, e il sindaco vuole andare al ristorante in braghette?». «Il nostro è un club privato: i bermuda sono ammessi a pranzo, non a cena spiega Muzio Scacciati, consigliere e maestro di casa del Circolo Il Sindaco non è socio, ha una tessera di frequenza, probabilmente non era a conoscenza delle regole. Un ospite ha fatto notare l’abbigliamento al cameriere che ha fatto rispettare il regolamento. Il sindaco si è sentito offeso ed è andato via». Regole di look d’altronde esistono in tutta Italia, da circoli storici a ristoranti stellati, da Venezia a Taormina, da Roma a Porto Cervo. Al Golf Tennis di Rapallo sono bandite t-shirt e tute da ginnastica e perfino i pullover sgargianti e, recita il regolamento, i berretti vanno indossati con la tesa davanti. Per intenderci, niente effetto rapper. Lo stile del luogo non ammette deroghe. Al Cipriani di Venezia è richiesto un più generico «abbigliamento elegante»: da escludere, quindi, ciabattine-mare e mise da turista cafonal. Il Pevero di Porto Cervo non vuole vedere jeans in giro così come al vicino Pitrizza, a Romazzino, non entri se sei in pantaloni corti. A Roma un ristorante stellato come il Pagliaccio, caldo o non caldo, non apre le porte ai clienti in calzoncini corti. Giacca e cravatta a cena di rigore perfino in riva al mare, se è quello del Reale Yacht club Canottieri Savoia a Napoli. Il Club di Viareggio ora tenta di calmare gli animi. Il sindaco dovrebbe presto ricevere la tessera di socio. «Venerdì conclude Scacciati terremo una cena in bermuda». Alla presenza del Sindaco, ovviamente.