la Repubblica, 10 agosto 2017
Le guerre di Guam l’isoletta strategica dei B-52 americani
Grande appena due volte l’Elba (e meno dell’area metropolitana di Chicago), l’isoletta di Guam è finita, quasi a sorpresa, nel mirino di Kim Jong-un e dei suoi missili balistici. La ragione? È l’avamposto strategico del Pentagono nel Pacifico. È una enorme “portaerei di terra” dove stazionano vecchi bombardieri B-52 della guerra del Vietnam e soprattutto quei bombardieri strategici B-1 Lancer che hanno sorvolato di recente la penisola coreana come azione dimostrativa. Agli occhi della Corea del Nord, quindi, Guam è il simbolo dell’imperialismo americano, oltre ad essere un bersaglio più facile di altri, visto che si trova a soli 3.500 chilometri da Pyongyang. “Scoperta” da Ferdinando Magellano nel 1521, per secoli colonia spagnola, l’isola dell’arcipelago delle Marianne è sempre stata al centro di feroci contese. Ceduta agli Stati Uniti nel 1898 dopo la guerra ispano-americana, è stata occupata dal Sol Levante all’inizio del secondo conflitto mondiale, poi riconquistata da Washington nel 1944 dopo una battaglia che ha causato la morte di 18mila soldati giapponesi. Adesso è un “territorio” degli Stati Uniti. I 160mila abitanti, per lo più Chamorros, l’etnia locale, hanno la cittadinanza americana e un sistema di auto-governo, ma il loro delegato al Congresso non ha diritto di voto. Sono quasi cittadini di serie B. In compenso l’isoletta, di cui Hagatna è la capitale, vive grazie alle strutture militari, che occupano un terzo della superficie e ne alimentano l’economia. La base aerea di Anderson ebbe un ruolo chiave durante gli anni del Vietnam. Ma, più in generale, il Pentagono ha sempre visto Guam come un “asset” essenziale soprattutto per la sua ubicazione ai bordi della fossa delle Marianne e in un teatro strategico tra Giappone e Penisola coreana, tra Cina e Filippine. Protetti da un sistema anti- missilistico Thaad, lo stesso che è stato installato da poco nella Corea del Sud (tra le proteste di Pechino), ci sono circa 6mila militari americani. C’è una grande base navale per marina militare e la guardia costiera. E sempre Guam dovrebbero arrivare presto migliaia di marines trasferiti dalla base di Okinawa, in Giappone. E le nuove minacce nord-coreane? Tra gli abitanti dell’isola c’è una comprensibile apprensione. Ma la Casa Bianca ha fatto sapere al governatore di Guam, Eddie Calvo, che «i livelli di rischio non sono aumentati» e che comunque gli Stati Uniti sono pronti ad affrontare qualsiasi evenienza.