Corriere della Sera, 10 agosto 2017
L’escluso Makwala corre da solo e si prende la finale dei 200 metri
Un uomo solo al comando, sotto il diluvio, in corsia sette. Ieri il malato Isaac Makwala è tornato a essere uno dei duemila atleti del Mondiale: alle 18.40, con 48 ore di ritardo sugli altri, ha corso in solitario la batteria di qualificazione alla semifinale dei 200, riammesso da una decisione eccezionale della Iaaf che crea un precedente pericolosissimo. Del virus gastrointestinale che l’ha colpito lunedì, quando ha vomitato in camera di chiamata, ormai sappiamo tutto. Il ritorno in albergo (dove il virus si è propagato contagiando una trentina di atleti, nessun azzurro: Tamberi e i nuovi arrivi sono stati dirottati altrove), la visita del dottore, l’imposizione della quarantena (scaduta ieri alle 14), che secondo la Iaaf era conseguenza automatica del malore e secondo Makwala invece non gli è mai stata comunicata. Tanto che – rimessosi – martedì il forte atleta 30enne del Botswana, terzo tempo stagionale sul giro di pista, dopo un’abbondante colazione (postata su twitter) si è presentato allo stadio olimpico per sfidare Van Niekerk sui 400, la sua specialità. Ma la Iaaf gli ha vietato l’ingresso e la scena di Makwala allontanato di forza come un appestato ha fatto il giro del mondo. La figuraccia, insieme alla minaccia di causa legale della federazione del Botswana, ha indotto Lord Coe alla clamorosa retromarcia. E così, come ai Giochi di Rio la 4x100 americana femminile gareggiò da sola qualificandosi per la finale (ma lì c’erano stati un passaggio di testimone contestato, un ricorso e una riammissione), ieri Makwala è sfrecciato in 20’’20 nel vuoto pneumatico delle corsie, abbondantemente qualificato alla semifinale di due ore e mezza dopo, la stessa di Filippo Tortu, in cui si è piazzato secondo dietro all’americano Young. Con polemica: «Ho gareggiato con rabbia e Dio, che è giusto, mi ha aiutato. Ma io ho il cuore spezzato: la Iaaf mi ha tolto i 400, la mia gara. Chi me li ridarà?». Una storiaccia che ha smascherato la goffaggine della federazione più ricca e potente. Sbriciolato nella serie di Makwala, sesto in 20’’62 e in riserva sparata in cima a una stagione che l’ha spremuto come un limone, Filippo Tortu saluta il suo primo Mondiale con il sorriso: «Sono contento, venire qui mi ha fatto bene: grazie a questa esperienza sono più sicuro delle mie capacità. Ora stacco, vado in vacanza in Sardegna fino alla fine del mese, arrivederci». Maturità, Europeo Under 20 (oro nei 100 e argento nella 4x100), Mondiale. Tanta roba per un 19enne. Eliminati Lemaitre e Blake, dopo nove anni di dominio di Bolt la finale dei 200 di stasera non avrà giamaicani sui blocchi. Il padrone del giro di pista, Wayne Van Niekerk, ci entra con il penultimo tempo (20’’28) e forse comincia a capire che doppiare, a un Mondiale, se non sei Bolt o Michael Johnson è impresa da supereroi.