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 2017  agosto 09 Mercoledì calendario

Nella Turchia conservatrice i parrucchieri del velo presi d’assalto dalle ragazze

In una Turchia sempre più religiosa, c’è chi lotta fino alla fine e chi reinterpreta il concetto di femminilità per non mancare di rispetto al Corano, ma anche per piacere e piacersi. Le prime sono più laiche e più ardite, le seconde più devote, ma immensamente più furbe, soprattutto se fanno di questa nuova tendenza un business. Le «parrucchiere conservatrici» in Turchia ci sono sempre state. Adesso però la moda si sta diffondendo e quella di acconciare il türban, il velo islamico della tradizione turca, che lascia scoperto tutto il viso, si sta massificando, insieme con, e questa non è una buona notizia, l’utilizzo sempre più diffuso del tesettür, una sorta di impermeabile/cappotto che nasconde tutto il corpo femminile. Ci sono stilisti che li disegnano di più attillati, altri che offendono il corpo delle donne, nascondendone le forme. In attesa di scoprire chi vincerà fra queste due «correnti», in Turchia c’è chi si è già ricavato la sua fetta di mercato.
I «Türban kuaförü» noti anche come «tesettür kuaförü», che in italiano chiameremmo parrucchieri per persone religiose, sono saloni dove, anziché le chiome, si acconciano i veli. I risultati sono sorprendenti e, molto a loro modo, femminili. Ovviamente, quando ci sono di mezzo di soldi, tutto il mondo è Paese. Quindi quando una cosa diventa di moda, o c’è comunque una domanda in aumento, lievitano anche i prezzi. Se qualche anno fa a Kocamustafapasha, nel cuore della parte antica di Istanbul, un türban, l’acconciatura del velo, costava 30 tl, meno di 10 euro, adesso bisogna preventivarne almeno il doppio. Se poi si mette davanti la parola, sublime per il suo significato e maledetta per i conti, ossia «sposa», il totale lievita considerevolmente. Si va da 300 tl, circa 73 euro, a oltre 1500 tl, 360 euro. Che, paragonato agli stipendi locali, è tutto fuorché una cifra irrisoria. Il totale dipende dal servizio scelto. Si parla con la sola acconciatura del türban, all’abbinamento del tesettür, al trucco. In tutte queste fasi il prezzo lievita e le turche ne combinano letteralmente di tutti i colori. I tessuti vengono arricciati, piegati, impreziositi con punti luce e fiori. Non di rado, i diversi modelli proposti, servono a slanciare la figura e a minimizzare le imperfezioni del viso.
Le imprenditrici del settore sdrammatizzano sui costi. In Turchia c’è chi spende le stesse cifre per fare una piega. Acconciare il türban è replicabile, ma se il fenomeno continua a crescere dovranno per forza diventare più a buon mercato. Storie di una Turchia che cambia e si divide fra chi non se ne fa una ragione e chi si adatta, nemmeno troppo a malincuore. Chissà cosa direbbe Mustafa Kemal Atatürk, che 100 anni fa iniziava a sognare una nazione occidentale.