La Gazzetta dello Sport, 8 agosto 2017
Addio Mattia Dall’Aglio. È una morte misteriosa: in palestra, solo
Doveva essere una semplice seduta di allenamento, più di mantenimento che finalizzata ad un imminente impegno agonistico visto che ormai la stagione nazionale volge al termine. D’altronde Mattia Dall’Aglio, 24 anni, stileliberista trovato morto domenica pomeriggio nella palestra dei Vigili del Fuoco di Modena, era prossimo ad intraprendere un nuovo percorso della sua vita, un po’ più lontano dal nuoto, più vicino a un’attività legata ai suoi studi universitari. Terminati gli esami, avrebbe conseguito la laurea in Economia e marketing internazionale a novembre. Nato a Montecchio, figlio unico, domenica aveva pranzato a Reggio Emilia con papà Gianluca e mamma Fabrizia, prima di recarsi a Modena. Era solo Mattia in quella palestra, come gli era capitato altre volte, stava facendo estensioni – come ha raccontato il padre – niente pesi. Lo ha trovato quasi per caso un vigile del fuoco. Nessuna caduta. Pensavano che dormisse, o stirasse i muscoli, sdraiato sul pavimento. Chi lo ha soccorso, con l’ausilio del defibrillatore ha fatto l’impossibile per tentare di rianimarlo, ma non c’è stato nulla fare. Inizialmente sembrava che fosse caduto per malore e avesse sbattuto la testa.
CAUSE Sulle cause del decesso sarà l’autopsia disposta dal pm Katia Marino a chiarire la dinamica; subito dopo l’allarme sono accorsi in palestra gli agenti della Polizia, alcuni pompieri, gli amici e compagni di nuoto avvisati e i genitori. «Mattia stava bene – ha detto il papà Gianluca. Non fumava, non beveva. Ultimamente non aveva lamentato alcun problema di salute. Lo hanno trovato sdraiato a terra, lontano dalle attrezzature, con la schiena appoggiata al pavimento e le mani stese in avanti». Mattia Dall’Aglio recentemente era stato operato al naso, un intervento di routine che lo aveva allontanato per un po’ dalla piscina. E in occasione di quell’intervento era stato sottoposto a vari esami che avevano dato esito negativo, confermando l’ottimo stato di salute. Era affetto da anemia mediterranea, patologia che non può essere messa in relazione col malore.
IL RICORDO Sconvolta la famiglia, gli amici, i compagni di squadra, di Mattia parla il suo allenatore Luciano Landi che lo seguiva da anni. «Ho perso un figlio – ha detto quasi in lacrime il tecnico dei Vigili del Fuoco –. Un atleta di altissimo spessore. Abbiamo fatto insieme il percorso livello giovanile, ottenendo eccellenti risultati come nella 4x200. Dopo la parentesi a Imola, due anni fa era tornato con noi (aveva ottenuto i suoi personali nel 2014 allenandosi con Scozzoli e aveva toccato 28”46 e 1’01”81 nei 50 e 100 rana). L’ultima gara risale al 9 aprile a Riccione (nei 50 e 100 sl il 7 aprile aveva nuotato 23”44 e il 4 aprile nei 100 sl i 50” netti, 17°, ma aveva di personale nello stile libero 49”77, nel 2015), speravamo di ottenere il tempo per le Universiadi. Non ce l’aveva fatta per poco. Ci siamo parlati a fine luglio, ci saremmo dovuti risentire per stabilire se avesse voluto continuare a nuotare a livello agonistico». Anche il tecnico voleva che Mattia superasse brillantemente gli studi: «Si era trasferito al Liceo Scientifico tecnologico Corni di Modena, dove si era diplomato, per riuscire ad allenarsi meglio da noi. Grande amico di Fabio Scozzoli, dopo la parentesi di Imola si era iscritto a Economia, a Modena, e stava per laurearsi, aveva ripreso ad allenarsi con noi. Sarebbe dovuto andare all’estero per iniziare una attività di export di prodotti reggiani negli Usa. Quello che è successo è inspiegabile». Sconvolto il mondo del nuoto: messaggio di cordoglio della federnuoto che ricorda la sua partecipazione alla trasferta di Gwangju 2015, dove Mattia fu 4° con la staffetta 4x100 sl e approdò alle semifinali nei 100 stile libero. Incredulo da Berlino è Fabio Scozzoli: «Mattia era uno dei miei migliori amici, due giorni fa mi ha chiamato per farmi gli auguri di compleanno e mi ha sostenuto durante i Mondiali. Abbiamo fatto le vacanze insieme a Cervia poi a Gallipoli, era il classico bravo ragazzo. Penso che si stesse allenando per tenersi in forma, mi diceva che voleva riprendere anche se quest’anno aveva un po’ mollato, aveva un grande amore per il nuoto. Quando si trasferì a Imola fece la prima finale tricolore era ranista e forte poi andò sotto i 50” e puntò sullo stile libero. L’ultimo messaggio che mi ha mandato è stato: ma quant’è bella la vita. Sono sconvolto».