La Gazzetta dello Sport, 8 agosto 2017
Cocaina nelle caramelle della zia o in un bacio, la carne di cinghiale: doping vuol dire fantasia
I precedenti di doping involontario nello sport sono numerosi, spesso respinti dagli atleti caduti nella rete dei controlli con scuse che riguardano cibo, cosmesi, prodotti sanitari ma anche cause bizzarre. Nel 1990 Angelo Peruzzi, allora portiere della Roma, che aveva la tendenza a prendere peso, venne squalificato un anno per uso di Lipopil, un farmaco dimagrante, assunto dopo un’abbondante libagione. All’inizio degli anni 2000 scoppiò il problema del nandrolone: i calciatori Christian Bucchi (oggi allenatore del Sassuolo) e Salvatore Monaco, entrambi al Perugia, furono tra i primi a risultare positivi giustificandosi col fatto che avevano fatto una grigliata di carne di cinghiale. Nel ciclismo c’è il caso di Alberto Contador che nel 2010 venne trovato positivo al clenbuterolo: lo scalatore addusse il forte consumo di carne di vitello come scusa venendo però smentito dagli allevatori spagnoli e condannato dal Tas di Losanna a due anni di squalifica. Ma il nandrolone ha fatto vittime anche lontano dalla tavola: Fernando Couto, calciatore portoghese del Parma, tirò in ballo uno shampoo che usava per trattare la sua folta chioma; Manuel Blasi, ex Perugia, chiamò in causa un gel che schiariva i capelli.
DENTIFRICIO E CARAMELLE La fantasia non ha limiti: nel 1999 Dieter Baumann, campione olimpico dei 5000 ai Giochi di Barcellona, scivolò anch’egli sul nandrolone. Baumann si beccò due anni di stop dalla Iaaf che non credette alla tesi del complotto mediante un dentifricio adulterato. Nel 2002 Gilberto Simoni si ritirò dal Giro d’Italia per la positività alla cocaina, provocata, a suo dire, dalle pasticche balsamiche che una zia gli aveva portato dal Perù.
BACI E SESSO Nel 2009 sempre la cocaina incastrò il tennista francese Richard Gasquet, squalificato due anni ma poi condonato a tre mesi dalla Itf che ammorbidì la sanzione credendo alla versione del reo per un bacio scambiato con una modella in una discoteca. Non poteva mancare il caso hard: nel 2007 il calciatore Marco Borriello venne sospeso tre mesi per positività a prednisone e prednisolone (metaboliti del cortisone). Belen Rodriguez, all’epoca fidanzata di Borriello, citò un’infezione causata da un rapporto sessuale sanata con una pomata proibita.