La Gazzetta dello Sport, 8 agosto 2017
Organizzazione, sudore e risultati: così Spalletti ha acceso l’estate dell’Inter
I big mondiali della panchina non hanno dubbi: «Luciano Spalletti è un fuoriclasse». In questo senso segnali chiari e inequivocabili sono arrivati anche dalla tournée asiatica e dalla serata di San Benedetto del Tronto: risultati, organizzazione, atteggiamento generale, concentrazione e condizione fisica dell’Inter hanno cambiato l’umore dell’intero popolo nerazzurro. Ora il tecnico toscano va però messo nelle condizioni di ridurre quasi a zero i rischi sulla strada dell’obiettivo minimo, ovvero il quarto posto e il rientro nell’Europa che conta. Traduzione: a Walter Sabatini e Piero Ausilio il compito di migliorare per qualità morali e tecniche una rosa che così com’è non garantisce di certo il «sorpasso» a Roma, Napoli o Milan, le tre grandi che, Juve stellare a parte, hanno chiuso il 2016-2017 davanti ai nerazzurri.
LA SVOLTA DI LUCIANO Se maneggiato con poca cura, il calcio di luglio e inizio agosto può creare danni irreparabili a livello di strategie di mercato. E allora occhio ad abbandonarsi a giudizi definitivi dopo i recenti quattro successi consecutivi, seppure prestigiosi, contro Lione, Bayern, Chelsea e Villarreal. Gli «scivoloni» sono probabili soprattutto se si analizzano i singoli: c’è chi entra in forma subito per caratteristiche fisiche; chi dà spettacolo in assenza di pressioni e tende invece a battere in testa quando il gioco si fa duro; c’è quindi chi fa la differenza proprio nei momenti chiave, a dispetto di una partenza «lenta». Detto questo, secondo noi le quattro vittorie in questione vanno invece prese maledettamente sul serio, per ciò che ha appunto espresso sul campo la squadra nel suo complesso, come collettivo, mostrando idee chiare, coraggio e parecchie certezze tattiche.
IN NUMERI Cinque le amichevoli di peso della banda Spalletti: prima del poker di successi c’era stato infatti l’1-1 con lo Schalke 04, gara giocata 48 ore dopo lo sbarco in Cina. L’anno scorso, di questi tempi, erano arrivate tremende batoste contro Paris Saint Germain (1-3), Bayern Monaco (1-4) e Tottenham (1-6). I numeri raccontano oggi di un mondo ribaltato in casa Inter. E al di là dei risultati, a convincere è il modo in cui i nerazzurri hanno tenuto il campo contro Schalke (1-1), Lione (1-0), Bayern (2-0), Chelsea (2-1) e Villarreal (3-1), squadre messe decisamente sotto per larghi tratti: fase difensiva organizzata e molto attenta; distanze già accettabili fra i reparti; buona personalità nel possesso palla e nell’interpretazione delle transizioni, sia in ripartenza sia nel ripiegare dopo una palla persa in zona pericolo. Il prossimo step sarà quello di alzare il baricentro della squadra, di attaccare palla con continuità già a ridosso dell’area avversaria. E l’altra sera, contro il Villarrel, ecco la dimostrazione pratica di ciò che pretende Spalletti: Vecino in pressing a diciotto metri dalla porta avversaria, palla riconquistata di prepotenza e Jovetic che sfonda. È il segnale di una squadra che ascolta, si applica e crede ciecamente nel proprio tecnico. Sta pagando il duro lavoro tattico sul campo, danno frutti concreti le tante sedute-video con le quali Luciano Spalletti prova ad accelerare la «scolarizzazione» dei suoi ragazzi.
PICCOLE MAGIE Lezioni spesso «personalizzate», disciplina sempre e la grande capacità di far sentire tutti importanti, coinvolti: così Spalletti sta facendo velocemente sbocciare Skriniar e sta per esempio rigenerando i vari Miranda, Gagliardini, Joao Mario ed Eder, oltre ad aver risvegliato entusiasmo, attenzione e orgoglio in Brozovic e soprattutto in Jovetic, ragazzi dati ormai ai margini del progetto nerazzurro. Molti tifosi ora spingono per la conferma di Jo-Jo, ma la chiave è tutta nelle parole di Spalletti: «Ci sono giocatori che nel momento in cui non sono protagonisti non riescono ad autostimolarsi – ha detto a Riscone di Brunico -. In pratica non accettano l’idea di giocarsi il posto con altri. E io non posso promettere un certo numero di partite a nessuno».
L’AIUTINO... Che cosa vuole fare Jovetic? È pronto a metabolizzare un eventuale ruolo, almeno inizialmente, di semplice alternativa? Tutti ragionamenti che devono per forza fare anche gli uomini mercato nerazzurri insieme a Spalletti: serve in generale un gruppo che remi convinto e compatto nella stessa direzione, per evitare strada facendo «turbolenze» pericolose o crolli inaccettabili come quello della scorsa stagione. E occorrono almeno altre tre pedine, per non sprecare il «jolly Spalletti». In panchina c’è un fenomeno, in campo mancano ancora un’alternativa al centro della difesa, un grande centrocampista-assaltatore e un esterno offensivo rapido, a prescindere da Emre Mor. Schick e un terzino destro in più renderebbero poi quasi perfetta la rosa, autorizzando il popolo nerazzurro a fare «sogni proibiti».