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 2017  agosto 08 Martedì calendario

Un biennio da record per la Corea del Nord: arsenale avanzato e temibile

Il Paese delle mille contraddizioni la Corea del Nord (anche definito “Regno eremita”), con un popolo alla fame e un bilancio militare che si divora un terzo della ricchezza nazionale. Le forze armate sono il perno intorno a cui ruotano la rivoluzione e il Paese, simbolo di un socialismo reale semi-teocratico, interamente imperniato sulla vis militare. È in quest’ottica che andrebbero inquadrati meglio gli sviluppi delle capacità balistiche e nucleari, leggibili sia da un punto di vista operativo che di affermazione politica. Nulla toglie che nell’ultimo biennio l’accelerazione sia stata improvvisa. Leggendo i dati, balza agli occhi una sequenza dirompente, fatta di lanci di missili e test nucleari proibiti: uno nel 2006, uno nel 2009, uno nel 2013 e ben due nel 2016. Un altro sembrerebbe in itinere quest’anno, anche se l’Amministrazione Trump è molto più bellicosa della precedente. Il clima si è fatto incandescente. Tutto lascia desumere ai migliori esperti che l’arsenale atomico nordcoreano aumenterà nel giro del prossimo quinquennio, balzando a 50-100 testate. E c’è un altro problema. Quasi si-È multaneamente agli studi sul nucleare militare, la Corea del Nord ha investito massicciamente anche in un programma missilistico, che oggi può dirsi avanzato e quasi completo. La minaccia è credibile e molto seria, perché va dai missili tattici della serie Frog, a raggio ridottissimo, ai vettori di teatro Scud (300/1.000 chilometri) e varianti Nodong, fino a spingersi alle vette strategiche intermedie e intercontinentali, frecce mortali aggiunte a un arco puntato oggi contro il vicino del Sud, il nemico giapponese e il “diavolo” statunitense.
La temibilità delle forze armate della Corea del Nord passa anche da altri atout. Pyongyang ha stoccato migliaia di tonnellate di armi chimiche, caricabili sui missili e sulle testate dei 10mila pezzi d’artiglieria che puntellano il confine. Un insieme dalla potenza di fuoco spaventosa. Soprattutto per i 20 milioni di abitanti di Seul e dell’hinterland. Sarebbero loro le prime vittime di un’eventuale escalation. Ecco perché scatenare una guerra preventiva contro la Corea del Nord potrebbe essere un azzardo fatale. Si rischierebbero decine di migliaia di morti. Meglio non dimenticarlo.