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 2017  agosto 05 Sabato calendario

Sos insetti. L’invasione della formica di fuoco che incendia Australia e Giappone

Ma come si fa a debellare le formiche? Se lo chiede l’Australia, dove il governo ha stanziato 280 milioni di euro per sterminare l’ultima delle specie aliene del paese: la formica di fuoco. E grida all’invasione il Giappone, che a maggio su un cargo proveniente dalla Cina ha avvistato con orrore i minuscoli insetti dal morso velenoso, considerati una delle specie più invasive e dannose del mondo. Perfettamente padrone del motto “l’unione fa la forza”, le formiche di fuoco possono uccidere piccoli animali, cuccioli di ovini e bovini. Se calpestate da un umano incauto, si coalizzano, in pochi secondi scalano piedi e gambe e colpiscono. A centinaia. Quando il Giappone ha scoperto il suo quarto focolaio in due mesi nel porto di Kobe, la reazione del Paese è stata il panico. Le azioni della principale ditta di insetticidi nazionale, la Fumakilla Ltd., sono schizzate del 18% in un’unica seduta, attirando l’attenzione dell’agenzia Bloomberg. Negli asili della zona sono stati sconsigliati i giochi all’aperto. L’Associazione giapponese di sumo ha raccomandato ai suoi atleti di infrangere un tabù secolare e di indossare le scarpe. Oltre a controllare, per ogni evenienza, la pulizia dei perizomi prima di indossarli. L’Australia, al momento dello stanziamento milionario, la settimana scorsa, si è detta convinta che insetticidi spruzzati dagli aerei o iniettati nei formicai, esche velenose, cani addestrati al riconoscimento olfattivo degli insetti, kit per identificare in pochi minuti a quale specie esatta di formica ci troviamo di fronte, corsi e campagne di sensibilizzazione della popolazione, perlustrazioni aeree con telecamere a luce visibile, termiche e a infrarossi che poi usano algoritmi per identificare i formicai, permetteranno di centrare l’obiettivo con una probabilità del 95% in dieci anni. Sarà vero. Il problema però è che l’obiettivo è già stato centrato cinque volte a partire dal 2001, data della prima osservazione di Solenopsis invicta nel porto di Brisbane. Da allora sono stati spesi 230 milioni di euro, le formiche sono scomparse, ma poi, inarrestabili, sono tornate. E il Dna ha dimostrato che si trattava di nuove invasioni, non di superstiti degli stermini precedenti. «Se non interverremo, i danni ad agricoltura, allevamento e salute umana raggiungeranno i 35 miliardi di dollari nei prossimi 30 anni, oltre ad avere un impatto incalcolabile sul nostro tradizionale stile di vita all’aria aperta» giustifica comunque una nota del ministero dell’Agricoltura. Gli Stati Uniti – primo paese invaso da questi insetti originari di Brasile e Argentina – dall’alto del loro secolo di esperienza offrono però un esempio poco incoraggiante. Sette miliardi di dollari all’anno per insetticidi, lotta biologica e spese sanitarie non sono riusciti a eradicare il problema. Le formiche di fuoco ormai convivono con la popolazione in tutta la fascia sud del paese. Prive di predatori, con le regine capaci di sfornare 2mila uova al giorno, le “fire ants” hanno un solo nemico: il freddo. Si fermano dove le temperature scendono sotto zero. Le loro capacità ingegneristiche sono da anni oggetto di ammirazione e di studi al Georgia Tech, il politecnico di una delle città più infestate. Qui è stato scoperto come le formiche di fuoco, incastrando corpi e zampe a forma di mosaico, creano zattere per fuggire dalle inondazioni. «Sono talmente intersecate da far fatica a distinguere dove finisce una formica e ne inizia un’altra. Nessuna fa la furba e scarica la fatica sulle altre» spiegò nel 2014, all’indomani della pubblicazione del suo studio, George Hu, il professore del Georgia Tech che si è appassionato al mondo di questi insetti. Sempre lui, a fine luglio, ha spiegato la tecnica che le formiche di fuoco usano per arrampicarsi sugli alberi, quando devono scappare da un pericolo. In pochi minuti, salendo l’una sull’altra, costruiscono una piramide con una tecnica simile a quella usata per la torre Eiffel. «Puoi considerarle solide e liquide allo stesso tempo» ha detto ammirato Hu. I bollettini medici, però, non condividono l’entusiasmo. Il veleno delle formiche di fuoco, oltre a causare un dolore simile a un’ustione, provoca nell’1% dei casi una reazione allergica che può essere fatale: lo shock anafilattico, che si manifesta con soffocamento e crollo della pressione sanguigna nel giro di pochi minuti. Le persone punte dalle formiche di fuoco negli Usa sono 14 milioni ogni anno: una su tre fra quelle che vivono nelle zone infestate. In tutto nel Paese gli insetti hanno ucciso 85 volte. E sono proprio gli Usa – ha confermato un’analisi genetica a tappeto condotta dall’università della Florida nel 2011 – la sorgente di tutte le ondate di invasioni che negli ultimi 20 anni hanno toccato Caraibi, Australia, Nuova Zelanda, Taiwan, Hong Kong, Cina, Filippine, Malesia e da oggi anche Giappone.