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 2017  agosto 06 Domenica calendario

Intervista a Viñales, le ossessioni di un pilota: «Vorrei un figlio e mangiare pizza. Le mie rinunce per il Mondiale»

L’incubo della dieta, il desiderio di un figlio, una gran voglia di pizza la domenica. Pare una storia normale, invece è quella di un ragazzo di 22 anni destinato a diventare il pilota di moto più veloce del mondo. Il padre Angel lo ha chiamato come Tom Cruise in Top Gun, però Maverick è pure il nome che danno ai cavalli senza marchio. Selvaggi. E Viñales è così, uno cresciuto dal nonno gitano come un puledro di razza nelle campagne catalane vicino al confine francese: talentuoso e istintivo, diffidente e libero. Felice solo quando corre lontano, imprendibile. Ha sempre saputo di essere più forte di Marquez: da piccolo gli finiva davanti anche se era più giovane, lo faceva piangere. «Voglio batterlo ancora, essere il nuovo campione»: un mantra che quest’anno, col passaggio alla Yamaha, pareva destinato subito a realizzarsi. Ma poi è successo qualcosa: il puledro ha incrociato la strada di un vecchio leone, Valentino. E adesso è tutto un po’ più complicato. A marzo dava un secondo di distacco agli altri, ora siete 4 piloti in 10 punti a 9 gare dalla fine. Come farà a tornare quello di inizio stagione? «A luglio ho pensato solo ad allenarmi: tanto cardio, poi palestra nell’ultima settimana. Per tornare più magro, con i muscoli forti ma rilassati. Devo asciugarmi ancora, però è quasi impossibile: non ho più massa grassa. Tanti sacrifici e ho perso appena un chilo, accidenti». Sembra diventata un’ossessione, per voi piloti: guance scavate, vene in evidenza. «Il peso può essere molto importante (a differenza della F1, che fissa un limite mettendo insieme macchina e atleta, nella MotoGP il limite riguarda solo il mezzo, ndr). Sono sceso a 62 kg, credo che Marquez sia 60. Valentino è più alto, ma l’avete visto? Magrissimo». Non facile diventare il migliore. «Dieci mesi di gare, allenamenti e dieta. Soprattutto la dieta. Per me, poi, che amo pasta e carne, una tortura. Mi posso concedere un solo giorno libero alla settimana per riempire lo stomaco: la domenica dopo la gara. Stasera speriamo di mangiare una bella pizza. Sarà il regalo più bello, se le cose andranno bene». A Brno ieri ha chiuso 7°, in qualifica. Valentino invece è 2°, prima fila. Così non va. Tre vittorie nelle prime 4 gare, il podio del Mugello. Poi cosa è successo? «Sono cambiate le gomme. E noi abbiamo fatto troppi stravolgimenti (quante carene diverse!), nel tentativo di adattarci, forse non servivano. Stiamo continuando a soffrire, a cercare una soluzione: dobbiamo ricreare le condizioni di inizio anno. Presto». Più difficile di quel che pensava. «Più complicato, sì. Sognavo di vincere e stop. Finire regolarmente sul podio: 1°o 2°, al massimo 3°. Al principio pareva tutto perfetto. Ma sono arrivati tanti alti e bassi, colpa mia: se voglio il campionato devo essere costante». È stato Valentino a voler provare altre carene, chiedere nuovo materiale quando le cose andavano male. E dopo 3 mesi ha ribaltato il rapporto in Yamaha. «Ma non è lui che comanda. Io e Valentino diamo le nostre opinioni, la Yamaha prende nota: poi decide per conto suo. Il mio rapporto con Rossi è buono. Visto che va così forte, darò un’occhiata ai suoi dati: magari vale la pena di copiarlo». Marquez dicono abbia paura solo di lei, in pista. Sarà perché da ragazzini perdeva la sfida. «Fa piacere essere temuto da uno dei migliori al mondo. Mi dà fiducia ed energia: mi motiva, mi fa lavorare più forte. Significa che posso davvero puntare al titolo». E se non lo vince lei? «Allora Valentino. Se il mondiale va alla Yamaha sarà comunque una cosa buona, per me. Ma io scommetto tutto su Maverick». Una riflessione per ogni rivale. «Valentino fa un lavoro straordinario al box, e raccoglie i frutti in pista. Marquez rapido in tutte le situazioni. Dovizioso concreto: sempre fra i primi 4, non commette errori. Non dimenticate Pedrosa». Viñales invece è un predestinato. Disposto a qualsiasi rinuncia, pur di diventare il migliore. È vero che per questo ha lasciato Katia Fontanesi, campionessa di motocross? «Quest’inverno mi sono ritirato ad Andorra per pensare a come affrontare al meglio una stagione decisiva. Avevo bisogno di pensare solo alla mia carriera». Fra tante rinunce, qual è la più importante? «Un bambino». Dovrà aspettare... «Sì, però per quel tempo voglio anche un bel po’ di titoli mondiali. E qualche pizza in più».