Corriere della Sera, 6 agosto 2017
«Il castello di Francisco Franco ricorda il fascismo, va espropriato». Spagna, per la famiglia è un monumento, ma la sinistra radicale vuole toglierlo agli eredi del dittatore
Se per la famiglia di Francisco Franco è un monumento privato e rappresenta un pezzo di storia da conservare, per la sinistra radicale di Izquierda Unida e il suo alleato galiziano, En Marea, l’antica residenza estiva del dittatore, a Sada, vicino a La Coruña, nel nordovest della Spagna, deve essere espropriata al più presto, perché strumento di apologia del generalissimo.
Un’altra battaglia si sta aprendo dunque per il controllo del Pazo de Meirás, che oppone da anni la figlia 91enne di Franco, Carmen, e le autorità locali in una lunga contesa sulla proprietà. La Xunta, il governo della comunità autonoma di Galizia, sei anni fa aveva ottenuto in tribunale l’obbligo per gli eredi di aprire al pubblico il palazzo per almeno quattro visite guidate al mese. Ma la vittoria sembra si sia trasformata in un boomerang, perché la famiglia ha affidato il ruolo di cicerone alla Fondazione nazionale Francisco Franco, creata nel 1978 e particolarmente versata nel celebrare «la statura universale», «la celebrità mondiale, paragonabile a quella di Filippo II» e i meriti storici dell’antico padrone di casa agli stupefatti (o magari nostalgici) turisti.
La fondazione, la cui presidenza onoraria è stata conferita proprio a Carmen Franco Polo, è accusata non solo di fare propaganda, ma anche di fornire una versione decisamente di parte della storia della guerra civile, giustificando la lunga e sanguinosa repressione che seguì nei decenni, con la fucilazione degli oppositori, come un’ineluttabile conseguenza «delle circostanze dell’epoca».
La proprietà del Pazo de Meirás, un palazzotto signorile con tre torri che lo fanno a somigliare a un piccolo castello, e dei sei ettari che lo circondano, è contestata alla famiglia dalla Xunta che nel 2007 lo inserì nella lista dei Beni di interesse culturale; mentre i discendenti del Caudillo lo considerano un bene privato, dono della popolazione a Francisco Franco che vi aveva trascorso le sue 36 estati da capo dello Stato. Il regalo fu deciso nel 1939 da un gruppo di imprenditori galiziani che aprirono una «sottoscrizione popolare», obbligando i dipendenti pubblici a versare l’equivalente di una giornata di lavoro per finanziarlo. Dal punto di vista della Fondazione, invece, l’omaggio fu spontaneo e assicurò alla Galizia il privilegio della presenza estiva di Franco, «onore che non fu concesso a nessun’altra regione spagnola».
La commissione per il Recupero della memoria storica della Coruña ha denunciato il contenuto dei comunicati della Fondazione e il tono delle visite guidate come «apologia del fascismo»; e i deputati di Izquierda Unida e di En Marea, il partito galiziano alleato di Podemos, hanno presentato al Congresso una proposta di risoluzione che determina l’esproprio del castello e dei boschi circostanti, senza alcun risarcimento alla famiglia. La questione sarà discussa in Parlamento alla fine della pausa estiva.