La Stampa, 6 agosto 2017
Maduro caccia l’ultimo nemico. Venezuela verso la dittatura
Il primo atto della nuova Assemblea costituente venezuelana è stato ratificare ieri la destituzione della procuratrice generale della Repubblica, Luisa Ortega Diaz, ex chavista colpevole di aver denunciato le violazioni della legge commesse dal regime. L’organo voluto da Maduro ha così confermato di essere solo uno strumento per cancellare la democrazia nel Paese, e il Mercosur ha sospeso l’adesione di Caracas.
Ortega era la «Fiscal General de Venezuela», ossia la procuratrice generale. Chavista, nominata dal regime, nei mesi scorsi aveva cominciato a sottolineare le forzature fatte dal governo, a partire dalla sentenza con cui il Tribunal Supremo de Justicia aveva esautorato l’Assemblea nazionale, cioè il parlamento, finito sotto il controllo dell’opposizione dopo la netta vittoria nelle elezioni del 2015. In risposta, Maduro l’aveva accusata di essere una traditrice, complice dell’insurrezione armata contro l’esecutivo. La procuratrice però ha continuato a scegliere la via del rispetto della Costituzione, che peraltro era stata riscritta proprio da Hugo Chavez. Dopo il referendum fraudolento del 30 luglio per la creazione dell’Assemblea costituente, aveva annunciato di voler aprire un’inchiesta sui brogli elettorali denunciati dalla stessa compagnia Smartmatic che aveva contato i voti. Alla consultazione, secondo i dati truccati dal regime, aveva partecipato il 41% degli aventi diritti, e quindi Maduro aveva deciso di cambiare comunque le legge fondamentale del Paese, nonostante una chiara maggioranza fosse contraria.
Ieri mattina Luisa Ortega Diaz ha messo su Twitter le foto delle forze armate che si erano schierate davanti al Ministerio Publico, cioè il suo ufficio, impedendo a chiunque di entrare o uscire: «Rifiuto l’assedio del Ministerio Publico venezuelano. Denuncio questo atto arbitrario davanti alla comunità nazionale e internazionale». Poco dopo il Tribunal Supremo de Justicia ha appoggiato la sua destituzione, che l’Assemblea costituente installata venerdì ha subito ratificato: «La giustizia arriva per i traditori», hanno urlato i delegati durante il voto. Ortega ha accusato il regime di averla esautorata per mettere le mani sulle prove della corruzione che aveva raccolto, come i milioni di dollari in tangenti pagati dall’azienda di costruzioni brasiliana Odebrecht. Poi è stata aggredita ed è scappata su una moto, mentre la scorta veniva arrestata. Al suo posto è stato messo William Saab, già sanzionato dagli Usa per violazioni dei diritti umani.
Questa è la prima conferma che la nuova Assemblea fraudolenta ha il solo scopo di riscrivere la costituzione per cancellare la democrazia, e consegnare a Maduro il potere assoluto a tempo indeterminato. Il mercato comune sudamericano Mercosur ha infatti reagito sospendendo il Venezuela, perché non rispetta le regole basilari della democrazia. E qualche crepa però emerge nell’opposizione. La marcia di venerdì ha avuto meno adesioni del passato e ci sono anche divisioni sulle elezioni regionali che si dovrebbero tenere nei prossimi mesi. Il partito Accion democratica vuole presentare i suoi candidati mentre gli altri membri della Mud sono contrari perché così darebbero legittimità al regime.