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 2017  agosto 07 Lunedì calendario

È tutto pronto. Anche gli errori. La serie A entra nell’era della Var

Giocare in anticipo non è il nostro punto di forza, ma stavolta è accaduto. Stadi, arbitri, tv: tutto è pronto perché la «moviola in campo» entri, di diritto, nella storia. Accadrà sabato 19 agosto: Juventus-Cagliari. La prima volta è pronta, altrove (Spagna o Inghilterra) occorrerà invece aspettare ancora un anno. Da lì in avanti qualcosa cambierà, in serie A e nella coscienza di chi segue il calcio. Cambierà molto, non tutto: l’errore continuerà ad avere spazio, ridotto ma significativo. Errore? Dagli effetti amplificati ma inevitabile, come dimostrato nelle ultime ore.
Sbagliare, per l’arbitro, sarà più difficile: due suoi colleghi, davanti ad almeno sei monitor e in una stanza o pulmino di dieci metri quadrati, avranno la possibilità di correggerne le decisioni o di spingerlo a guardare la tv messa fra le due panchine, a bordo campo. Questione di interpretazione, però. Almeno a volte: e lì si creerà quel terreno fertile perché l’errore si realizzi. Il tempo a disposizione per modificare, o aiutare a modificare, la prima scelta non potrà essere che di pochi secondi: non certo come quell’abisso temporale che ha separato la gioia dei tifosi del Feyenoord dalla loro rabbia, comprensibile, per l’annullamento della rete nella Supercoppa olandese e il riavvolgimento del nastro della partita indietro di oltre 120” fino all’assegnazione di un rigore contro, per il Vitesse.
Il protocollo
I due arbitri davanti a sei monitor avranno il compito, dettato dal protocollo, di dialogare con il direttore di gara in campo solo in quattro casi: la natura del gol (c’era fuorigioco, la palla era uscita e così via), lo scambio di persona, un fallo violento non visto, un rigore dubbio. Per il resto, comunicazioni interrotte. Italia, Germania e Portogallo sono le portabandiera di una grande rivoluzione che, dopo il Mondiale in Russia del prossimo giugno, dovrà diventare globale. Noi siamo pronti. La Lega di Serie A ha investito quasi un milione di euro, i club circa 50 mila euro a testa: qualche spesa in più arriverà da un sistema tecnico fatto di cavi, cablaggi, internet da blindare per evitare passi falsi come quello accaduto sabato durante la finale di Supercoppa di Germania, quando la Var (si definisce in questo modo) si è inceppata mandando in tilt lo strumento stesso.
Intoppo a Benevento
La serie A gioca in contropiede e lo ha fatto dal primo momento: il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, già dallo scorso autunno aveva in testa la missione di consegnare al nostro calcio di vertice qualcosa che ne raddrizzasse l’umore. Saranno almeno 16, ma in alcuni stadi fino a 22, le telecamere fisse sulla partita e quelle che, a circuito interno, forniranno le immagini da analizzare in fretta (non ci saranno riprese sugli assistenti arbitrali impegnati come Var). Telecamere già presenti in ogni stadio, dove come detto ci dovrà essere una zona, invalicabile, da dedicare ai due assistenti dell’arbitro: Roma, Torino, Milano, Firenze, Bologna ed il resto della compagnia non hanno problemi strutturali per la «casa» della Var da dieci metri quadrati. Qualche piccolo intoppo ce l’ha avuto, ad esempio, il piccolo stadio di Benevento, ma fra poco meno di due settimane la griglia di partenza sarà completa.
Il nostro contropiede è andato a segno: Roberto Rosetti e Nicola Rizzoli, rispettivamente responsabile del progetto per la Lega e la Figc e responsabile degli arbitri, stanno definendo gli ultimi dettagli. Davanti ai monitor si accomoderanno, a turno, tutti i nostri fischietti, accanto alla porta non ci sarà più l’addizionale perché adesso tocca alla moviola in campo provare a mettere un po’ più di ordine nel mondo del pallone.