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 2017  agosto 05 Sabato calendario

I misteri di Andy Warhol

Non sappiano se Andy Warhol sia riuscito ad esaudire il suo desiderio, "reincarnarsi come anello al dito di Liz Taylor”, ma il suo funerale alla St. Patrick’s Cathedral fu uno spettacolo, con Yoko Ono, Richard Gere, Roy Lichtenstein, Calvin Klein, Raquel Welch, Grace Jones, e Natasha Fraser-Cavassoni che supervisionava.

Lei fu l’ultima assistente dell’artista e ora pubblica il memoir “After Andy”, un infinito gioco di citazioni che coglie malinconia e grandezza degli ultimi giorni di Warhol, e anche una elegia per un mondo che è morto con lui e sta lentamente risorgendo. Spiega l’autrice: «Negli ultimi tempi Andy si sentiva profondamente sottovalutato e ignorato, ma ora i collezionisti si contendono le sue opere, così come i musei».

La Fraser, figliastra del Nobel Harold Pinter, racconta aneddoti, interviste, incontri di Warhol, enigmatica presenza. Un mistero che secondo lei si risolve facendo emergere il lato cattolico dell’artista: tutte le persone rilevanti nella vita di Andy, furono cattoliche, da Paul Morrissey a Fred Hughes, da Bob Colacello a Christopher Makos e Vincent Fremont. Crescere da cattolici significa imparare gerarchia, disciplina, fede. La religione che perdona tutto e tutti, attrae tradizionalisti poco convenzionali.

Warhol cambiò totalmente nel 1968, quando Valerie Solanas gli sparò e lui quasi morì. Andava regolarmente a messa, durante le feste serviva cibo ai senzatetto, si dedicava a gesti che dimostrassero gratitudine per il miracolo ricevuto. In segno di rispetto, quando incontrò Papa Giovanni Paolo II, indossò la cravatta.

Per la Fraser-Cavassoni l’influenza primordiale di Warhol era religiosa, mischiata poi alla contemporaneità. Basta guardare i suoi ritratti di Marilyn, Jackie e altri, che sembrano santi e martiri.