ItaliaOggi, 5 agosto 2017
Diritto & Rovescio
È scomparso, a un’età veneranda, un grande giornalista: Enzo Bettiza. Mitteleuropeo di nascita e di formazione. Anticomunista come solo gli ex comunisti possono esserlo (iniziò a lavorare, nel primo dopoguerra, come funzionario del Pci). Abituato a vivere in modo sontuoso (anche se la sua famiglia istriana finì sul lastrico), Bettiza trovò il modo per proseguire nel suo principesco tenore di vita, facendo l’inviato dei grandi giornali. «Conosceva i migliori ristoranti in tutti i paesi del mondo», spiega Aldo Cazzullo. «Mi portò», aggiunge Beppe Severgnini, «nel più lussuoso ristorante di Londra, città nella quale io vivevo ma non lo conoscevo». Quando Bettiza non aveva le pezze d’appoggio per essere rimborsato, diceva: «Basta la mia firma. Bettiza, ecco». Per sua fortuna è morto quando la pacchia era finita. Lui viveva nell’Aucn. Che significa: Ante Urbano Cairo Natum. Uno che pranza, in fretta, al bar Radetzky.