Millennium, 1 luglio 2017
E liberaci dall’Iva. Shopping di lusso esentasse in Vaticano
ARMANI. Bulgari, Swarovski e Baume&Mercier. A Città del Vaticano c’è il paradiso, ma è quello degli shopping addicted. Un mondo, al di là delle mura leonine, dove chi ha la mania di spendere e spandere può dare libero sfogo alle proprie finanze. Come? Comprando a prezzi molto ridotti beni di ogni genere esenti di Iva. Il Times lo ha definito «il più esclusivo duty free del mondo». Ed è qui che è possibile comprare la borsa che ogni donna vorrebbe anche alla metà di quanto costerebbe in qualsiasi altro posto. In teoria possono accedere ai punti vendita all’interno del Vaticano esclusivamente il Corpo diplomatico, i dipendenti e i pensionati della Santa Sede o delle istituzioni collegate: ognuno ha a propria disposizione una tessera rilasciata dalle autorità della Santa sede. Ma basta riuscire a farsi invitare da qualcuno che ha questo pass e il gioco è fatto.
«Sta con me», dice chi ci fa entrare in un assolato pomeriggio di giugno dopo le tre e mezza, quando i negozi hanno appena riaperto. La gendarmeria, che piantona tutti gli ingressi di Città del Vaticano, controlla 1 ’“accredito” e non fa domande. Nessuno le fa in questo Stato che non è in Italia. Entriamo da Porta Sant’Anna, che si trova in una strada che collega il cuore di piazza San Pietro a Piazza Risorgimento. Giardini sempre verdi ci accolgono in questo territorio dalle cento fontane. A ogni angolo c’è chi controlla. E la sensazione che si ha è proprio quella di essere all’estero.
Proseguendo per Porta Sant’Anna e poi girando a sinir dCGlllstra ci si trova davanti al centro commerciale. Non è enorme, due piani dove i prezzi convenienti fanno concorrenza a tutti gli altri negozi. Qui i saldi sono già cominciati dal 13 giugno, ma non tutto è in offerta. Gli appassionati di orologi si fermano al primo piano, Tissot, Baume&Mercier, la settima marca di orologeria svizzera. E poi un angolo con tutta la bigiotteria Swarovski. Un altro invece è riservato a borse e borsellini Liu Jo, molte scontate anche del 20 per cento, alcune che possono essere pagate anche la metà. Oltre i capi di abbigliamento, sempre al primo piano, c’è lo spazio dedicato alVhi-tech, reparto con sconti minori rispetto agli altri.
Al secondo piano c’è la parte di intimo, molto ma molto soft, e i calzini Gallo. 1 capi di abbigliamento Armani Jeans e i profumi Chanel. 1 prezzi non sono esposti. E le commesse non sembrano avere molta voglia di parlare. Qui. oltretevere, non piace molto rispondere alle domande. Incontriamo nel negozio un pensionato, è l’unico che ci dice qualcosa: ha lavorato per anni per VOsservatore romano, stampava i giornali. «Ormai non» si usa più, ma per molti anni nei centri stampa lavoravamo anche con il cianuro, ma dovevamo stare attenti. Poi c’era sempre qualcuno che ci controllava. Sa, è un veleno, ha visto mai se qualcuno se lo portava via? Non potevamo toccarci in viso che erano guai».
Non manca il supermercato, che si chiama Annona e vende di tutto, anche vino. Qui se ne beve parecchio: secondo uno studio del California Wine Institute, riportato da Vatican Insider, nel 2012 il Vaticano è stato il Paese dove si è bevuto più vino prò capite: 74 litri a persona.
Insomma, tra negozi di abbigliamento e supermarket, in un martedì pomeriggio i giardini vaticani sembrano più il parcheggio di un iperstore. Solo pochi giorni prima Papa Bergoglio aveva ribadito, ancora una volta, che questa doveva essere «una Chiesa povera per i poveri». Come si può sposare questa idea con i negozi di lusso? «A un certo punto girava la voce che Francesco volesse chiudere il centro commerciale», ci raccontano. «Ma molti in Vaticano si sono opposti. Ci sono comunque molte famiglie che lavorano qui. Che fine avrebbero fatto i dipendenti?».
Nel frattempo si continua a comprare. E basta girare l’angolo del centro commerciale per scorgere un’altra particolarità di questo Stato in teoria inaccessible: la ferrovia, la più breve del mondo, che «porta la gente a Roma». Dietro il palazzo che ospita i negozi c’è anche il Tribunale, un edificio ocra dove sono stati celebrati i processi per Vatileakscontro i giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, entrambi assolti. Poi si sale alla parte alta della Città. Mentre la attraversiamo in auto, gli uomini della gendarmeria, che si trovano a ogni varco, chiedono al nostro accompagnatore il solito tesserino. Stessa frase, «sta con me», e si va oltre. Qui si trova la fontana della galera. Il «veliero», lo chiamano. È uno scenografico galeone che dai cannoni spara acqua. Tutto intorno è un brulicare di gente. Torniamo al centro commerciale: si è riempito. Sono le quattro e mezza e in tanti fanno shopping. Pochissimi portano l’abito talare.