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 2017  agosto 04 Venerdì calendario

A Cervia l’albergo rifiuta il cameriere italiano: «Sei nero, non ti possiamo assumere»

Sembra una storia da profondo sud americano: un ragazzo con vasta esperienza nel settore alberghiero risponde all’annuncio di un hotel a tre stelle di Cervia in cerca di un cameriere per la stagione in corso (siamo a giugno, ndr) ma, quando il contratto sta per essere firmato, alla vista della carta d’identità del candidato che ne evidenzia il colore nero della pelle in maniera inequivocabile, il titolare dell’albergo fa un clamoroso passo indietro. La risposta arriva via sms e, a parte il contenuto inaccettabile, è quasi imbarazzante nel suo candore: «Mi dispiace Paolo, ma non posso mettere ragazzi di colore in sala, qui in Romagna la gente è molto indietro con la mentalità, scusami ma non posso farti venire giù, ciao».
Il messaggio lascia l’aspirante cameriere, Paolo, un 29enne di Milano, figlio adottivo di due italiani, letteralmente senza parole: «Sono molto triste, più che arrabbiato», confida alla madre dopo esserci rimasto malissimo e dopo averle mostrato il testo dell’sms. La famiglia del giovane, dopo lo sgomento iniziale, considerata la gravità dell’accaduto decide di dar battaglia e si rivolge alla Cgil di Ravenna, che gira subito la questione al proprio avvocato e ora sta preparando «un’azione legale per una gravissima discriminazione razziale». Oltre all’aspetto umanamente odioso e ai risvolti penali di un’azione del genere, che viola pure la Costituzione, c’è anche il danno patrimoniale subìto «per aver perso la stagione lavorativa», come rilevano al sindacato: «Confidiamo che le ragioni di Paolo trovino ampia soddisfazione in tribunale e siamo certi che la Romagna saprà distinguersi dall’inaccettabile connotazione riservatale dall’albergatore». Qualcuno, nelle istituzioni, potrebbe pure ipotizzare un danno d’immagine. Che la Romagna possa essere avvicinata alla Louisiana non va giù al sindaco di Cervia, che parla di «fatto di particolare gravità che nulla a che fare con la cultura della nostra città». Federalberghi dice che l’albergatore autore del bel gesto starebbe correndo ai ripari e che altri operatori si sarebbero già messi a disposizione per assumere il giovane, ma la frittata ormai è fatta e la madre del ragazzo, Paola, andrà fino in fondo: «È la prima volta che mio figlio è vittima di discriminazione sul lavoro, mentre è già successo a scuola, per la strada, a volte con le stesse forze dell’ordine, ma abbiamo le spalle larghe e stavolta vogliamo fare di questa faccenda un terreno di riflessione complessiva sulla violazione della legge, oltre che un momento di protesta: non si scherza con la vita della gente. Come può esistere in Italia una discriminazione basata sul colore della pelle? È una violazione dell’identità di persona di mio figlio».