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 2017  agosto 04 Venerdì calendario

Edoardo Bennato, stasera a Rispescia il cantautore inaugura i concerti di Festambiente

Icona insuperata del nostro rock. Cinquant’anni passati a cantare imbracciando una chitarra. Davanti una folla gigantesca alla Festa dell’Unità del 1977. Sullo stesso palco dove poco prima aveva finito di parlare Enrico Berlinguer, lui intonava brani contro quel potere che impone la propria nozione di normalità.
Tre anni dopo è stato il primo artista italiano a riempire lo stadio di San Siro a Milano. Poi per quattro mesi di fila è rimasto in testa alle hit parade con «Un’estate italiana». La canzone ufficiale dei campionati mondiali di calcio del 1990 cantata insieme a Gianna Nannini.
Edoardo Bennato stasera salirà sul palco di Festambiente a Rispescia, in provincia di Grosseto (ore 22.30, località Enaoli, alle porte del Parco naturale della maremma, tel. 0564.48771). «Sarà un concerto ad alto contenuto rock-blues – assicura – per quanto riguarda le canzoni ho la fortuna di poter pescare in un repertorio più che ampio. In linea di massima decido la sera stessa del concerto».
Mezzo secolo di canzoni quindi. Pezzi sempre in bilico tra la magia dell’infanzia e la presa graffiante sul reale di chi guarda la nostra società con uno sguardo mai rassegnato. «Una volta Fabrizio De Andrè, di cui ero amico, mi disse: quando avrai la percezione di non avere più nulla da dire, smetti! – racconta Bennato – io ho fatto tesoro di questa frase, ma ho ancora tantissima voglia di dire, di cantare e soprattutto di scrivere musica».
Alla sua presenza sulla scena musicale però non sempre corrisponde il riconoscimento che il cantautore si aspetterebbe. «Capita che in trasmissioni in cui si parla della musica degli anni Settanta, dei cantautori per intenderci, io non venga neanche citato – sottolinea – sebbene abbia per primo fatto concerti in quindici stadi italiani e tutti sold-out. In più nel 1977 ho battuto il record di vendita di dischi che deteneva il mio amico Lucio Battisti ed ancora: la chiusura del festival dell’unità di Modena con sul palco il grande Enrico Berlinguer, quando fui chiamato a suonare davanti a cento mila persone. Ma tant’è».
Nella diretta televisiva dell’ultimo concertone del Primo Maggio Bennato è stato interrotto dalla pubblicità durante l’esecuzione dell’ultimo pezzo «Meno male che adesso non c’è Nerone». Tra i fan è stata subito polemica. Ma lui taglia corto: «Nessuna congiura né censura da parte della Rai – dice —. Si tratta degli spazi pubblicitari che seguono la loro logica commerciale, dalla quale non ci si può esimere».
Di nuovi progetti Bennato preferisce non parlare («poiché sono napoletano e quindi scaramantico», sorride). Laureato in architettura – ama tra gli altri Renzo Piano e Gae Aulenti – oltre alla musica il cantautore si dedica da tempo alla pittura. «Vittorio Sgarbi dice che sono un pittore iperrealista, e se lo dice lui gli si può credere!».
I suoi lavori saranno in mostra ancora fino al 27 agosto al Pan, il Palazzo delle arti di Napoli. «Alcuni fanno parte della collezione denominata “In cammino” – conclude Bennato – che è stata anche esposta a Milano in occasione dell’Expo 2015. Altri invece sono copertine dei miei dischi e c’è anche un quadro in cui rappresento i migranti. Lo regalai all’ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, per il Museo dell’isola».