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 2017  agosto 03 Giovedì calendario

Il Leone va meglio del previsto, in sei mesi 1,2 miliardi di utile

MILANO Vento in poppa per Generali. Il primo semestre si è concluso con una crescita dell’utile netto pari al 3,7% rispetto ad un anno fa, a 1,2 miliardi di euro. Bene anche il risultato operativo (+4,1%), soprattutto grazie all’andamento della parte finanziaria e del ramo danni. In calo invece la parte legata alle polizze vita, nonostante la raccolta netta faccia segnare nuovi premi (dopo i riscatti) per 5,7 miliardi.
Ma il dato che più ha convinto gli operatori (e la Borsa, dove il titolo è salito del 2,79%) è stata la crescita del Solvency ratio, cioè dell’indicatore principale della solidità patrimoniale di un’assicurazione. L’asticella è più alta rispetto ai valori di fine anno e a livelli molto buoni: 188% il cosiddetto Regulatory solvency (era 178% a fine dicembre). «Ottimi risultati – ha commentato l’amministratore delegato Philippe Donnet – che confermano la solidità del nostro business e l’efficace esecuzione della trasformazione industriale». Donnet ha confermato la «positiva valutazione» sull’Italia, per quanto il mercato continui ad essere «sfidante» (e infatti ha registrato una diminuzione della raccolta premi lorda sia nel vita – in calo del 4,3% – sia nel danni, dove il ramo Auto è sceso del 4,6%).
Altre sfide, sempre in Italia, attendono il gruppo. Il primo passaggio sarà la conversione (forzata) del bond Mps: «Saremo opportunistici, usciremo se conviene, resteremo se conviene». Non ci sono ancora cifre ufficiali, ma Generali dovrebbe avere una quota post conversione intorno al 5%, secondo singolo azionista della banca dopo il Tesoro. L’altro problema aperto è il bond Carige. «Siamo e restiamo creditori della banca», ha detto Donnet, ma in realtà l’ipotesi di conversione forzata è al momento tutt’altro che esclusa. Capitolo chiuso invece per Altante 1, il cui valore dell’investimento è stato «praticamente azzerato».Complessivamente i premi lordi sono scesi leggermente (-0,8%, a quota 36,6 miliardi) per “colpa” soprattutto della parte vita: tassi di interesse depressi e riscatti in aumento in Italia, Francia e Irlanda hanno portato la raccolta netta del ramo a segnare complessivamente un meno 23% rispetto ad un anno fa (-1,8% la raccolta lorda). L’andamento è frutto in gran parte di scelte strategiche della compagnia, che in questo contesto di tassi ancora bassi preferisce non premere l’acceleratore sui prodotti tradizionali, a favore delle unit linked (+30%). Andamento opposto per le polizze danni, cresciute dell’1,5%.
Un po’ in crescita però anche il combined ratio, cioè la differenza tra quanto incassa una compagnia con i premi e quanto spende invece tra costi vari e pagamento dei sinistri: per Generali questo valore si è attestato al 92,9%, in aumento di 0,5 punti soprattutto a causa del maltempo in Europa.