Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  agosto 03 Giovedì calendario

Diritto & Rovescio

Basta leggere la lunga intervista lenitiva concessa al Corriere della Sera dal ministro francese dell’economia, Bruno Le Maire, sul caso cantieri Stx, per capire quanto sono diplomaticamente capaci i leader politici francesi (che, non a caso, non si sono formati, come i nostri, nelle bocciofile, o nelle sedi periferiche di partito o negli oratori parrocchiali). I francesi infilano che è un piacere, la supposta dei loro interessi, mascherati per nostri. Non si sente nemmeno. E questo avviene senza che nessun leader italiano si permetta mai di contraddirli o di profferire anche un semplice: «Ma». Il ministro francese dell’economia dice infatti che vuole affidare, mes chers amis italiens, la gestione dei cantieri Stx all’italiana Fincantieri «che è bravissima e che migliorerà tecnologicamente il cantiere stesso». Però non vuol cedere agli italiani il 51% del capitale sociale (i coreani ne avevano il 66%). La Francia, insomma, dice di voler cedere il comando a Fincantieri ma non il 51% con il quale questo comando potrebbe essere esercitato con chiarezza e senza intralci. «Quanto è buono, lei!», direbbe Fantozzi. Ma era Fantozzi.