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 2017  agosto 02 Mercoledì calendario

ASCESA E DECLINO DELL’IMPERO ROM - HANNO UN TESORO DA 50 MILIONI DI EURO MA DICHIARAVANO 100 EURO L’ANNO DI REDDITO: DENUNCE E SEQUESTRI PER UNA FAMIGLIA DI NOMADI CON BASE NEL BERGAMASCO - GLI HORVAT-NICOLINI, 74 MEMBRI, IN 30 ANNI HANNO DICHIARATO IN TUTTO 117.000 EURO, PUR AVENDO IMMATRICOLATO 1600 AUTO DI LUSSO (VIDEO) -

Se non fosse per le dichiarazioni dei redditi (praticamente inesistenti, secondo l’accusa) e per i precedenti (praticamente chilometrici), quella degli Horvat-Nicolini, famiglia di etnia rom con base tra Trescore Balneario e San Paolo d’Argon, potrebbe aggiudicarsi un posto tra le dinastie più floride e produttive della Bergamasca. Ricca lo è di sicuro. Per dire: negli ultimi trent’anni hanno immatricolato 1.600 autoveicoli, anche di lusso, per un valore che sfiora i 30 milioni di euro.

Peccato che nello stesso periodo abbiamo denunciato al Fisco solo 117 mila euro, una media di neanche 100 euro a testa per ogni anno d’imposta. Al termine di un’indagine condotta dalla Guardia di finanza insieme al Nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo, è stata calcolata una sproporzione tra i redditi ufficialmente dichiarati e quanto di fatto nella disponibilità del gruppo familiare pari a 50 milioni e 535 mila euro. E oggi 2 agosto sono scattati sequestri e provvedimenti.

I provvedimenti del tribunale Il tribunale ha disposto la sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel Comune di residenza per sei membri del clan e il sequestro preventivo di 1.133.000 euro, corrispondenti a 7 immobili, 10 autoveicoli, conti depositati in vari istituti di credito. Inoltre, tre dei soggetti attenzionati sono stati denunciati in stato di libertà per violazione trasferimento fraudolento di beni.

Redditi dichiarati: 100 euro a testa Gli Horvat-Nicolini sono in 74 in famiglia, 41 i maggiorenni. Gli accertamenti finalizzati a rilevare le consistenze patrimoniali e i precedenti di polizia, si sono concentrati sul periodo compreso tra il 1985 e il 2015. Stando alle indagini, i 41 maggiorenni non avrebbero mai svolto alcuna attività lavorativa in maniera lecita; avrebbero acceso formalmente diverse partite Iva nel settore della compravendita di autovetture, senza tuttavia mai ottemperare ai previsti obblighi dichiarativi di natura fiscale;

hanno accumulato diverse condanne irrevocabili e numerosissimi precedenti di polizia (294 deferimenti all’autorità giudiziaria a carico di 37 individui), di cui la metà per reati contro il patrimonio (truffe, usure, appropriazioni indebite);

negli ultimi 30 anni avrebbero ufficialmente dichiarato redditi per complessivi euro 117.000 circa (pari mediamente ad euro 99,89, cadauno, per ogni anno d’imposta);  avrebbero immatricolato circa 1.600 autoveicoli per un valore complessivo di quasi 30 milioni di euro; avrebbero acquistato immobili e costruito abitazioni per oltre 10 milioni di euro; hanno subito accertamenti fiscali da parte dell’amministrazione finanziaria, che contesta loro la percezione di redditi non dichiarati pari a 6.800.000 euro.

Le faide e le sparatorie Gli inquirenti rimarcano anche il capitolo delle faide familiari. L’elenco delle sparatorie va da quella a Montello del 18 ottobre 2015, quando furono sparati da una moto cinque colpi di pistola contro l’auto di uno dei Nicolini a quella del 9 maggio scorso, a Trescore Balneario: alcuni Horvat avevano denunciato uno dei nipoti per tre colpi sparati vicino alle loro abitazioni e frasi minatorie.

Di mezzo, il sequestro del 3 dicembre 2015, a Trescore, di una borsa a tracolla da uomo contenente una pistola semiautomatica Glock, quattro caricatori (di cui tre pieni) e una semiautomatica Beretta, e il finto posto di blocco, il 5 gennaio 2017, a San Paolo d’Argon lungo la ex statale 42: alcuni tizi non identificati avevano esploso quattro colpi di pistola in direzione del conducente di un’auto di grossa cilindrata.