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 2017  agosto 02 Mercoledì calendario

Qiello sciopero contro le Coop cattive

Due aeroporti paralizzati per ore, i check-in fermi, i bagagli accatastati, i passeggeri – in partenza per le vacanze, o in viaggio di lavoro – inferociti. Tecnicamente non uno sciopero selvaggio, quello di ieri mattina a Linate e Malpensa, ma un’assemblea dei lavoratori delle società di handling che forse si è protratta qualche tempo più del dovuto. L’esito è lo stesso, ancora una volta un servizio pubblico essenziale bloccato con un danno evidente – e particolarmente antipatico, considerata la data – per i cittadini. Ma c’è un’altra questione, dietro il caos degli aeroporti milanesi, che merita di essere affrancata dal “burocratese” dei regolamenti e dal “sindacalese” dei comunicati ufficiali. I lavoratori dell’handling degli aeroporti milanesi protestano contro l’annunciato ingresso delle cooperative nei servizi di carico e scarico dei bagagli. Lo spauracchio, dicono i sindacati, è il “dumping sociale”, cioè il timore che l’arrivo delle cooperative deprezzi il lavoro e ne peggiori le condizioni generali, con un effetto contagio destinato a coinvolgere anche i dipendenti delle imprese già attive a Linate e Malpensa.
Anche senza scomodare i principi ispiratori dei pionieri di Rochdale – la cittadina vicino a Manchester dove a metà dell’800 si sperimentò per la prima volta il modello cooperativo – il paradosso appare evidente. «Ogni cooperativa valorizza il lavoro, ne riconosce e stimola la creatività, la professionalità, la capacità di collaborare…». «Il cooperatore si manifesta innanzitutto con il rispetto per le persone». «Le imprese cooperative si manifestano con la qualità dei valori, la trasparenza, l’onestà e la correttezza dei comportamenti…». Eppure a Linate, a Malpensa e non solo, il paventato arrivo delle cooperative viene vissuto dai lavoratori e dai sindacati come il piede di porco per scardinare le regole e i principi della dignità del lavoro e dell’equità delle retribuzioni. È l’effetto perverso degli anni di scandali che hanno travolto il mondo cooperativo, delle ripetute distorsioni di quei principi di solidarietà, mutualità, centralità dell’uomo e del suo lavoro che sono alla base dello spirito delle cooperative. È l’effetto delle mille storie di corruzione, di gare pilotate, di appalti e subappalti opachi, di lavoro sfruttato e malpagato – i 3 euro all’ora per chi raccoglie i pomodori, scarica la merce dai Tir o porta i secchi di malta sulle impalcature – che costellano le cronache anche recenti. In un paradossale ribaltamento dei valori che fanno parte della storia economica e sociale di questo Paese e che hanno trovato il loro riconoscimento perfino nella Costituzione, le cooperative sono diventate il nemico dei lavoratori, da osteggiare e combattere con ogni mezzo.
«Il movimento cooperativo in Italia ha una lunga tradizione di attenzione alla persona e allo sviluppo della sua dignità», diceva il presidente Mattarella nel suo messaggio per la Giornata internazionale delle cooperative. Sarà un lavoro lungo e complicato, che tocca per primi ai protagonisti del mondo cooperativo, ma non lasciar deperire – più di quanto sia già accaduto – anzi se possibile recuperare quell’idea e quei principi, fa parte dell’interesse pubblico. Tanto quanto un aeroporto che fa partire gli aerei, nel primo giorno delle vacanze estive.