La Stampa, 2 agosto 2017
Neymar, come una multinazionale. Prima dei gol fabbrica soldi
Lunghi e particolari giri del mondo con tragitti sconosciuti e capolinea noti. Tutte le strade, da Shanghai, da Dubai, dal Qatar, dal Brasile e da Barcellona, portano Neymar a Parigi. Tutti i soldi, tra ingaggi, commissioni, bonus e sponsorizzazioni, finiscono nelle casse dell’industria e della famiglia – che poi sarebbero la stessa cosa – Neymar. Perché tra gli effetti collaterali nemmeno troppo nascosti di questa lunghissima storia a puntate del trasferimento più costoso di sempre (222 milioni di clausola rescissoria) ci sono anche le cifre annesse e connesse alla vendibilità di un prodotto senza precedenti. «O’Ney» non è solo un fenomeno sul campo, ma anche su tutto quello che conta e fa la differenza al di fuori. Sponsorizzazioni, brand, immagine, riconoscibilità, quantità di follower sui vari social network sparsi per la rete: è il bello o il brutto, ma senza dubbio quello che fa la differenza, del calcio globale.
Al vertice nei social
Vantando già adesso numeri, appeal e seguito da pop star, Neymar è la preda perfetta per il Psg, a caccia di attrazioni e trofei internazionali per portare il suo marchio ai livelli delle corazzate Real Madrid, Barcellona e Manchester United. Avendo un portafogli senza limiti, il Psg è la destinazione ideale per tutta la famiglia Neymar, desiderosa di monetizzare il più possibile dalla gallina dalle uova d’oro (calcistiche e commerciali) rappresentata dal figlio. Che già ora, in attesa dei 300 milioni della Qatar Sports Investment per il ruolo di «testimonial principe» dei Mondiali 2022, dei 100 di bonus alla firma e dei 30 netti (più ricchi premi e commissioni varie) garantiti a stagione per il prossimo quinquennio dal Psg, fattura ogni anno cifre degne di una multinazionale: 21 milioni dagli sponsor (anche se molti contratti sono in fase di rinegoziazione al rialzo), un massimo di 26 dallo stipendio con il Barça, una società titolare di tutti i diritti d’immagine (la NR Sports) con almeno altre cinque collegate direttamente o indirettamente. Non è un caso che il Psg o la Qatar Sports Investment che sia – tanto paga sempre il munifico Nasser Al-Khelaifi – abbia deciso di fare follie per il calciatore che gli esperti ritengono il più commercializzabile al mondo.
Ora lo svincolo dal Barça
L’età, 25 anni, rende Neymar molto più vendibile di Messi e Cristiano Ronaldo, anche in territori non ancora esplorati completamente dai commercianti del nuovo calcio globale come quelli asiatici e arabi. Al pubblico e agli utenti, in fondo, dei traffici tra Neymar padre, figlio, il Psg e la Qatar Sports Investment non importerà più di tanto. Il prodotto «Ney» continuerà a vendere, come accadde anche dopo il precedente passaggio al di sotto di ogni sospetto fiscale tra Santos e Barcellona dichiarato per 57 milioni ma avvenuto per una cifra superiore (tra commissioni premi, opzioni, commissioni e percentuali) ai 111. La storia, anche se molto più in grande, sta per ripetersi: Neymar, dopo uno scalo (solo tecnico?) di qualche ora a Dubai, è rientrato ieri sera in Catalogna da Shanghai. Formalmente, anche se chissà con quali soldi, per svincolarsi in proprio dal Barça.