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 2017  agosto 02 Mercoledì calendario

Il primo fiore del mondo. Sbocciò 140 milioni di anni fa un po’ ninfea e un po’ magnolia

ROMA In un sottobosco ombroso dominato da marrone, verde e con sfumature violacee, all’improvviso sbocciò lui. E in un baleno, a partire da 140 milioni di anni fa, riempì il mondo di colore. Come e perché il primo fiore sia spuntato sulla Terra resta un mistero tanto grande che Charles Darwin lo definì “abominevole”. Ma oggi almeno a quella prima nota di bellezza è stato dato un volto. Il suo aspetto è stato ricostruito dai ricercatori dell’università di Paris Sud e pubblicato su Nature Communications. Agli occhi di un profano può sembrare una ninfea o una magnolia. Ma gli esperti sottolineano come non assomigli davvero a nessuna specie esistente oggi.
«Agli studenti spieghiamo che il fiore più ancestrale è la magnolia. E questa ricostruzione in effetti gli assomiglia» spiega Antonella Canini, che insegna botanica e dirige il dipartimento di biologia all’università di Tor Vergata. «Ma al di là delle differenze con le specie attuali, che hanno assunto le forme e i colori più vari, questo fiore aveva già un aspetto adatto ad attrarre gli impollinatori, che sulla sua scia si sarebbero diffusi sulla Terra».
Da quel primo giorno di 140 milioni di anni fa, i fiori e le piante che li producevano hanno vissuto un’evoluzione galoppante, soppiantando in men che non si dica i loro antenati – le gimnosperme – di cui erano ghiotti i dinosauri. Sono sopravvissute alle loro zampe e all’estinzione di massa che li ha eliminati, 66 milioni di anni fa. Il loro successo è stato tanto clamoroso che oggi le angiosperme (piante che producono fiori) rappresentano il 90% del mondo vegetale, con 300mila specie dall’orchidea al baobab. Per ricostruire l’aspetto del primo fiore, i botanici francesi hanno lavorato come investigatori impegnati a tracciare un identikit. Per sei anni hanno analizzato 14mila tratti di quasi 800 specie, collocandoli lungo l’albero genealogico delle angiosperme. Camminando a ritroso hanno cercato di ricostruire il big bang della nascita dei fiori. Usando anche una certa dose di calcolo delle probabilità sono infine arrivati alla forma più probabile. Il colore dei petali non era necessariamente bianco, il profumo resta un mistero, ma del primo fiore si sa che non raggiungeva il centimetro e sbocciava probabilmente su un cespuglio o un alberello. Gli organi riproduttivi maschili e femminili crescevano fusi (tratto che si è conservato in molte specie) e i petali erano disposti non a spirale, come ci si sarebbe aspettato, ma a corone concentriche, riuniti a gruppi di tre. «A parte le somiglianze con alcune specie attuali, nessun fiore di oggi ha la sua stessa combinazione di caratteri» scrivono i ricercatori.
I dettagli botanici con cui l’équipe a guida francese (che comprende in tutto 36 studiosi di 13 paesi) riempie il suo studio non risolvono in realtà “l’abominevole mistero” del perché un giorno un fiore è sbocciato sulla Terra. Mentre la storia di molte altre specie può essere ricostruita attraverso i fossili, la delicatezza e la fragilità dei fiori gli impedisce a parte poche eccezioni, la più eclatante delle quali, ritrovata in Spagna nel 2015, ha 130 milioni di anni – di lasciare impronte nelle rocce. Anche la loro data di nascita è incerta. La stima dei 140 milioni di anni potrebbe in realtà arrivare a 250 milioni. E sono gli stessi ricercatori ad ammettere, alla fine dell’articolo: «L’origine del fiore resta uno dei più difficili e più importanti temi irrisolti dell’evoluzione».