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 2017  agosto 02 Mercoledì calendario

Uccisa dal fidanzato, la strage senza fine delle ventenni

UDINE Pura furia omicida. Lui che le mette le mani al collo e preme. Preme forte fino a soffocarla. Un altro femminicidio, che stavolta si è consumato in Friuli. In auto, a tarda sera, sulla riva di un fiume. Ma Francesco Mazzega, trentaseienne originario di Spilimbergo, prima di consegnarsi alla polizia e confessare tutto, ha girato l’intera notte con il cadavere della fidanzata a fianco. «Venite, penso di aver fatto qualcosa di grave…», ha detto il mattino dopo citofonando in commissariato. Mentre il corpo senza vita di Nadia Orlando, 21, era ancora accasciato sul sedile.
Siamo in provincia di Udine, a Dignano. Francesco e Nadia stanno insieme da circa un anno. Lavorano nella stessa azienda, la “Lima” di San Daniele specializzata in protesi ortopediche, dove si sono conosciuti. Lunedì sera decidono di vedersi per parlare della loro relazione: devono scegliere se proseguire con il rapporto, interromperlo o prendere una pausa di riflessione, come racconterà l’omicida nelle sette ore di interrogatorio. La differenza di età, lei 21 e lui 36, si fa sentire. A Nadia, che frequenta la parrocchia e le sagre di paese, piace uscire la sera e avere amicizie. E a Francesco, che il padre della giovane descrive come un tipo «geloso e possessivo», questo forse non va giù.
Sono le otto di sera quando lui va a prenderla a pochi metri da casa, a Vidulis. La ragazza sale sulla Yaris nera del fidanzato. I due percorrono qualche chilometro fino a raggiungere il greto del Tagliamento. Scendono e passeggiano. In quel momento lì ci sono anche altre persone. Agli inquirenti Mazzega ha riferito che la discussione era tutto sommato pacata. «Ci ha detto che non era un vero litigio», osserva il dirigente della Squadra mobile della questura di Udine Massimiliano Ortolan. Dopo un po’ i due ritornando in macchina. Il diverbio probabilmente si accende per qualche parola di troppo. Quel che è certo è che il Francesco si avventa su Nadia di colpo e la strangola. «Ma non mi pareva morta… singhiozzava, tossiva», ha spiegato il fidanzato al pm Letizia Puppa. «Mi sono preoccupato e ho preso la strada dell’ospedale di Spilimbergo». Ma l’auto lì non arriverà mai. Mazzega entra in una sorta di trance, di choc, e fa dietrofront. Percorre la statale fino a Trieste. Vaga tutta la notte.
Anche sul posto di lavoro, dove i due erano attesi alle 9, si preoccupano: un incidente? È già mattina quando i genitori di Nadia, allarmati dell’assenza della figlia, vanno a far denuncia di scomparsa ai carabinieri. Proprio mentre l’omicida, a pochi chilometri di distanza, si presenta al comando della stradale di Palmanova con il cadavere della ragazza sul sedile. Durante l’interrogatorio l’uomo è disperato: «La mia vita è finita».