la Repubblica, 2 agosto 2017
L’opzione Airbus dei mari, la Francia cambia gioco e prova a tentare l’Italia
ROMA La governance “fifty fifty” sui cantieri navali Stx France proposta dai francesi resta «inaccettabile», come ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. L’Italia ne ha fatto un questione di principio: avevate detto sì al nostro ingresso nei cantieri di Saint Nazaire con il 66% e ora vi rimangiate tutto? «Rimaniamo fermi nelle nostre posizioni», è risuonato durante l’incontro durato un’ora nel caldo dell’estate romana. Ma nonostante il clima teso, la corda della trattativa non si è rotta.
Nelle ventiquattro ore che hanno preceduto il vertice romano di ieri tra il ministro dell’Economia di Parigi Bruno Le Maire, Padoan e il collega dello Sviluppo economico Carlo Calenda una serie di tasselli di una vicenda strategica per le sue implicazioni politiche, militari e di business, si sono rimescolati e rimessi in ordine. Risultato: la questione più spinosa della governance dei cantieri di Saint Nazaire-Stx France, viene congelata fino al vertice Macron-Gentiloni di Parigi del 27 settembre.
Nel frattempo la scena viene occupata da una operazione ben più ambiziosa: che come recita la nota congiunta italo-francese emessa ieri dopo l’incontro prevede la creazione di una «industria navale europea più efficiente e competitiva» e di una «alleanza civile e militare». In sostanza una ipoteca sulla nascita di quella che ieri lo stesso Bruno Le Maire ha definito “Airbus navale” in analogia con la società aeronautica europea nata degli Anni Settanta.
Il disegno tracciato ieri sgombra la strada da molti problemi tra Roma e Parigi. La Francia allarga la partita al business militare: la chiave sono le fregate Fremm costruite insieme da Italia e Francia ma che, dopo la crisi libica del 2011, vengono vendute autonomamente e, spesso in concorrenza dai due Paesi. Sono navi militari molto apprezzate e che hanno un ampio mercato. E la costituzione di una nuova società, con oggetto specifico le costruzioni di navi militari, avrebbe un effetto secondario tuttaltro che sgradito a Parigi: consentirebbe di tenere esplicitamente fuori l’alleato cinese della Fincantieri, quella China State Shipbulding Corporation che lavora con gli italiani nelle navi da crociera, ma che i francesi temono per il “passaggio” di brevetti e know how.
Sulla vicenda pesano poi ovvviamente variabili politiche ad alta intensità. Macron, preoccupato di essere apparso troppo populista e poco liberale nelle ultime ore, avrebbe suggerito a Le Maire la soluzione del modello Airbus. Del resto, la scelta era anche obbligata perché i francesi, nonostante le apparenze, erano in qualche modo con le spalle al muro: è noto che Fincantieri ha commesse e know how mentre i francesi hanno grandi bacini che permettono di costruire navi di stazza ben maggiore rispetto a quelle italiane. Senza contare che il fallimento dell’alleanza italo- francese avrebbe solo avvantaggiato l’altro grande polo cantieristico europeo, quello tedesco dei Meyer Werft.
In questo quadro l’obiettivo del premier Paolo Gentiloni era portare ai “tempi supplementari” la trattativa, evitando lo strappo definitivo. L’input consegnato riservatamente dal premier a Pier Carlo Padoan – a pochi minuti dal summit – va esattamente in questa direzione: «Tieni il punto sul nodo del 51%, perché è giusto così. Ma cerchiamo di allungare la partita. Prendiamo tempo, perché il tempo aggiusterà le cose, nell’interesse dei due Paesi».
E dire che nella maggioranza non tutto era filato liscio. Soprattutto la scorsa settimana, nel momento di massima tensione tra i due Paesi. Era stato Matteo Renzi ad alzare i toni, ricordando che «Macron sta facendo gli interessi della Francia». Un modo, sia pure indiretto, per dare una scossa all’esecutivo italiano. Nei colloqui con Gentiloni, poi, Renzi aveva chiesto a Palazzo Chigi di mettere in campo un approccio duro. Senza preoccuparsi di un’escalation polemica di Macron. Per questo, ieri, il rinvio era il massimo risultato possibile, per non far perdere la faccia a nessuno.
Starà adesso ai due ministri dell’Economia intensificare i colloqui informali per avvicinare le posizioni. «Un percorso possibile per raggiungere una soluzione già esiste – è la sintesi dei ragionamenti privati di Padoan – bisogna provare a percorrerlo». E chissà che non aiuti anche il vertice fissato da Macron a Parigi per il prossimo 28 agosto. Con Gentiloni, Merkel e Rajoy il Presidente francese discuterà del dossier immigrazione, ma non è escluso che i due leader possano ritagliarsi una sessione a parte per cercare di avvicinare il traguardo di un’intesa.