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 2017  agosto 02 Mercoledì calendario

Quanta vita in un piatto di lenticchie. A Castelluccio di Norcia nemmeno il terremoto ha fermato la semina

Questi colori sono tutti i colori della vita, questa tavolozza è disegnata sulla piana di Castelluccio di Norcia dai fiori delle lenticchie che sono riusciti a piantare di nuovo, anche quest’anno, nonostante il terremoto e la siccità. La vita non è come la morte che lacera e distrugge nella sua grandezza.
La vita è fatta di piccole cose. Oggi hanno cominciato a trebbiare, in quel rito agricolo e antico, che riporta gli odori e i rumori dei giorni andati e le scansioni del tempo, dodici mesi dopo le prime scosse e a pochi metri da quella foto del 30 ottobre 2016, scattata sulla schiena di un uomo solo, seduto sulle macerie, sopra le mura spezzate, su tutte quelle rovine ammucchiate contro il cielo vuoto. Da quell’immagine sono ripartiti. Le lenticchie sono un simbolo e come tutti i simboli evocano qualcosa di più grande. Dietro all’invasione dei trattori che hanno riempito i campi, ai 50 contadini saliti fin quassù per dare un senso compiuto alla liturgia, c’era il volto della speranza su tutte quelle rughe e la forza coraggiosa della resilienza. Hanno ricominciato dalla terra per tornare alla vita.

Castelluccio, frazione di Norcia, una delle città più colpite dal sisma che ha devastato i Monti Sibillini, è terra di lenticchie, tra le più ricercate d’Italia, riconosciute con il marchio Igp da 20 anni. La scossa del 30 ottobre aveva reso impraticabile la Provinciale 477, l’unica strada che sale ai 1400 metri di questo altipiano. I coltivatori hanno dovuto combattere contro tutti per riuscire a trovare un sistema che li portasse fin quassù. Ci sono riusciti. A marzo hanno cominciato l’aratura e poi hanno fatto la semina, quando si sono messi in marcia con i trattori per risalire la valle lungo mulattiere spezzate. E a giugno, su questa distesa si è srotolata la fioritura, un arcobaleno di colori, – rosso, lilla, azzurro, giallo -, esploso dai boccioli delle lenticchie, che tutti gli anni richiama turisti ammirati davanti a questo spettacolo della natura. Nell’elenco delle sventure, però, è arrivata anche la siccità e la produzione è calata del 30 per cento. Non importa. Fra le croci di ramoscelli di ulivo, piantate in ogni campo per propiziare la buona stagione, adesso a Pian Grande di Castelluccio è già cominciata la trebbiatura dopo la mietitura. Le lenticchie rosse, quelle verdi e quelle zigrinate sono state raccolte e messe a essiccare. In questo giorno di speranza il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha voluto lodare questo «esempio della capacità di resistenza degli agricoltori che hanno saputo difendere le risorse del territorio con la loro caparbietà». Se la vita oggi ha vinto, noi sappiamo benissimo che da se stessi non si può fuggire. I disastri del terremoto non possono essere cancellati. E non serve tornare indietro. Ma ritornare è diverso da tornare indietro. E questa volta la vita è ritornata.