la Repubblica, 1 agosto 2017
Di cosa si parla a Berlino. L’auto degli ultimi desideri
Qualcuno chiede di raggiungere il “suo” punto sul mare, o “quella” montagna. Qualcuno torna nella casa che lo ha visto bambino. Qualcuno si fa portare allo stadio. La maggioranza però sceglie di rivedere la prima persona a cui ha dato un bacio, perdendola nel labirinto della gioventù. Tutti i tedeschi ormai sanno come realizzare questo sogno. L’automobile è azzurra, un po’ più lunga di una berlina. Ai finestrini, tendine bianche. All’interno biancheria profumata. Nel traffico ha la precedenza: una luce azzurra segnala che non passa la fuoriserie di un povero milionario. È “l’auto dei desideri”: in Germania conduce i malati terminali nell’ultimo luogo che chiedono di visitare prima di morire. Il servizio è gratuito. In ogni regione viene finanziato da donazioni di privati, associazioni, imprese. Medici e infermieri, sostenuti da apparecchi clinici all’avanguardia e cure palliative, offrono a turno il loro tempo. Così il prodigio si compie. Chi viene colpito da malattie incurabili e non è più trasportabile su veicoli normali, riceve in dono una giornata che può valere tutte quelle perdute. L’ultimo a salire sull’ “auto dei desideri”, in Sassonia, è stato un ragazzo già inchiodato dalla sclerosi multipla. Ha voluto salutare una compagna delle elementari: non aveva mai avuto il coraggio di darle una carezza. Paralizzato, lo ha fatto sbattendo due volte le palpebre. Come cambierebbe il mondo (è troppo dire l’Italia?), se le auto azzurre sostituissero quelle blu?