Libero, 30 luglio 2017
I soldi ci sono, manca la fiducia. Gli italiani mettono in banca 80 miliardi in più
Paura. Altro che crisi finita, ripresa dell’economia e crescita felice. Gli italiani tradizionalmente tra i popoli più risparmiatori del pianeta mettono fieno in cascina. Ancora e ancora. Miliardi di euro di risparmio gestito e accumulato.
Per far fronte ad un periodo che viene avvertito ancora come turbolento. Dove la gente non trova lavoro (stabile, solo 1 posto su 3 non è precario), dove le imprese rinviano gli investimenti (nonostante i generosi bonus), dove i disoccupati aumentano (a marzo 2017 quelli con più di 50 anni hanno superato per la prima volta dal 2004 il numero dei disoccupati giovani tra i 15 e i 24 anni). Insomma, altro che ripresa sbandierata da governo, Fmi, Ue e compagnia sonante. Gli italiani si fidano poco delle statistiche ufficiali. Tastano il polso al mercato, dove la gente compra una zucchina e un ammorbidente solo se in offerta (indagine Censis), vedono i figli, che faticosamente hanno fatto studiare, doversi accontentare di un posto precario o cercare fortuna migrando come i nonni prima di loro.
Se le aziende «non investono e le famiglie non spendono», sintetizza un’allarmante indagine di Unimpresa, analizzando i conti correnti anno su anno, salta fuori che si preferisce «accumular in banca aumentano le riserve, cresciute in un anno di oltre 50 miliardi di euro».
Tradizionale tendenza alla italica parsimonia? Non solo: nei salvadanai bancari italiani (nonostante gli scandali e le inchieste), si sono ammucchiati negli ultimi 12 mesi 26 miliardi nei conti che fanno capo alle famiglie e oltre 21 miliardi in quelli delle imprese.
In totale, nell’ultimo anno, fa di conti l’Ufficio studi dell’associazione, «nei conti correnti sono stati accumulati 78 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Da maggio 2016 a maggio 2017 il totale dei depositi di cittadini, aziende, assicurazioni e Onlus è aumentato di oltre il 4% passando da 1.248 miliardi a 1.299 miliardi.
Salta così fuori che le famiglie seppure in bolletta come provano sondaggi e ritardi nei pagamenti delle bollette per le utenze domestiche «non spendono e hanno lasciato in banca 26 miliardi in un anno (+3%), le aziende non investono e i fondi sono cresciuti di oltre 21 miliardi (+9%), mentre le imprese familiari hanno visto crescere i loro fondi di 4 miliardi (+7%).
L’aspetto più sorprendente è che si sta verificando un boom dei conti correnti, cresciuti di oltre 78 miliardi negli ultimi dodici mesi, passando da 915 miliardi a 993 miliardi. «A frenare consumi, investimenti e credito sono rispettivamente la paura di nuove tasse, l’assenza di certezze sul futuro», analizza la vicepresidente di Unimpresa Maria Concetta Cammarata, secondo cui «i nostri dati sono in linea con quelli diffusi dall’Istat relativi al commercio al dettaglio, in calo nell’ultimo anno».
Ecco, sì. Come Confcommercio e Confesercenti lamentano la spesa degli italiani si è trasformata in una gimcana perenne a caccia delle offerte migliori. I saldi estivi non sembrano andare benissimo: c’è già chi li archivia come una delusione (calo medio del 20/30%).
E non ci sono solo i dati Unimpresa. Giusto il 27 luglio Assogestioni ha comunicato che nel primo semestre 2017 la raccolta è stata pari a «56,5 miliardi di euro e un patrimonio complessivo che ha superato i 2.006 miliardi. L’Associazione del risparmio gestito sottolinea il grande «successo di fondi comuni e delle gestioni patrimoniali». Ma siamo ben lontani dal record del primo semestre 2015, quando i quattrini raccolti per essere amministrati e gestiti arrivarono a ben 96 miliardi di euro.
Lo scorso giugno le sottoscrizioni hanno toccato gli 8,1 miliardi, con una decisa sterzata verso prodotti a basso rischio (la raccolta dei fondi azionari è scesa a 97 milioni dai 2,4 miliardi a maggio). La liquidità lasciata sui conti (invece che essere investita), è facilmente riscontrabile: 8,1 miliardi raccolti, rispetto agli 11,5 miliardi di maggio (9 ad aprile e oltre 10 a marzo).
Insomma, investire sì, risparmiare pure, ma non immobilizzare tutti i capitali. Senza contare i non censiti quattrini lasciati in cassetta di sicurezza o accumulati sotto al materasso. Non si può mai sapere...