Libero, 28 luglio 2017
I mostri di Firenze
Davvero, gli inquirenti fiorentini non si devono offendere: ma dopo trent’anni nostri passati in buona parte su cose giudiziarie, beh, devono capire che ridere è un diritto, è una sopravvivenza quotidiana, non è un’offesa. Quindi: anche noi abbiamo letto che ora hanno inquisito un ex legionario 87enne di Prato che deteneva regolarmente 174 proiettili Winchester serie H (lo stesso tipo utilizzato dal mostro di Firenze) il quale in passato avrebbe avuto contatti coi servizi segreti (si dice che organizzasse campi di addestramento ai tempi della P2 e di Gladio) e che questi “ambienti” potrebbero aver organizzato i delitti del Mostro di Firenze per distrarre il Paese da quanto accadeva durante la strategia della tensione: lo abbiamo letto, sì. Abbiamo pure letto delle «sinistre vicinanze» tra un delitto del Mostro e la bomba sull’ Italicus, tra un altro delitto e la scoperta della P2, tra un altro e l’attentato al Papa, tra un altro e la bomba a Bologna, tra un altro e l’impiccagione di Roberto Calvi sotto un ponte: senza contare la concidenza tra l’ultimo omicidio e la fuga di Gelli dalla Svizzera. Nota: di coincidenze ce ne saranno anche altre, visto che gli omicidi di Firenze sono avvenuti nell’arco di quasi vent’anni. Però insomma, ci lascino ridere, non si devono offendere: è solo una reazione nervosa. A noi preme la verità, li paghiamo per questo. L’impressione, oltretutto, è che siano proprio sulla pista giusta.