Gazzetta dello Sport, 31 luglio 2017
Il Venezuela è a un bivio. Se passa la Costituente sarà dittatura Maduro?

L’altro giorno tre uomini sono entrati nella casa dell’avvocato José Felix Pineda, a Ciudad Bolivar (Venezuela), e lo hanno ammazzato a pistolettate. Pineda, 39 anni, era uno dei seimila candidati all’Assemblea costituente, che è stata eletta ieri (i risultati ancora non si conoscono) e che avrà il compito di scrivere una nuova Costituzione. Le elezioni si sono svolte in un clima di estrema violenza. Ieri, a Cumanà, è stato ucciso Ricardo Campos, dirigente giovanile del partito d’opposizione Azione democratica. Carlos Paparoni, leader dell’opposizione al presidente Maduro, fa sapere che altri morti ci sono stati a Chiguará, nello stato di Merida: Iraldo José Gutierrez e Marcel Pereira, uccisi per strada a colpi d’arma da fuoco. Caracas è attraversata da manifestazioni, e la polizia spara sui dimostranti. Per votare bisogna mostrare il «carnet de la patria», un documento distribuito dal governo e che serve a rifornirsi di cibo nei supermercati. L’economia venezuelana è a terra, con l’inflazione che viaggia verso il mille per cento, e col carnet si va avanti, più o meno, fino al 10 del mese. Dopo di che nel Paese non si trova più niente. Maduro ha voluto che questa fosse la tessera indispensabile per votare perché - secondo l’opposizione - in questo modo il governo avrebbe controllato meglio gli elettori. Il destino lo ha tuttavia beffato: la tv ha ripreso il momento in cui il presidente è andato a votare e quando la funzionaria ha inserito il carnet nel terminale preposto alla verifica del documento, è apparsa la scritta, visibilissima per i telespettatori, «La persona no existe o el carné fue anulado». La scrutatrice ha fatto finta di niente e ha convalidato il voto.
• Il Venezuela non è tra i maggiori produttori di petrolio al mondo?
Il secondo produttore. L’economia si basa per il 98% sul greggio. Sembrerebbe una fortuna e invece s’è rivelata una disgrazia. La facilità con cui ci si procurava denaro vendendo petrolio all’estero ha indotto a una sorta di «economia del cargo»... Lei sa che cos’è un’economia del cargo?
• No, francamente.
Nelle isole del Pacifico, nel corso dell’Ottocento, arrivavano navi cariche di ogni bene, e gli indigeni credevano che fossero inviate direttamente da Dio. Dunque perché affaticarsi se qualcuno provvedeva a noi dall’alto dei cieli? Questo culto si diffuse in quell’area anche dopo la Seconda guerra mondiale. Allo stesso modo il Venezuela: a che scopo affaticarsi se i soldi sgorgano da sé dal sottosuolo? Così i venezuelani, pur essendo pieni di greggio, importano parte della benzina e appena poche settimane fa ne sono rimasti addirittura privi. Comprano all’estero quasi tutto, ma adesso che il prezzo del petrolio è precipitato i supermercati sono praticamente vuoti. La corruzione impazza e avrebbe sottratto alle casse pubbliche 300 miliardi di dollari in vent’anni.
• Che cos’è questo voto di ieri per la Costituente?
In Parlamento o Assemblea nazionale, la maggioranza è in mano all’opposizione che rende difficile la vita al governo. Maduro ha cercato di sbarazzarsene lo scorso 29 marzo facendo sentenziare al Tribunale Supremo di Giustizia (la più alta istituzione giuridica del Paese) che l’Assemblea nazionale, essendosi macchiata dei peccati di «ribellione e oltraggio» non aveva più diritto di far le leggi. La «ribellione» e l’«oltraggio» dipendevano dal fatto che il Parlamento non aveva accettato una decisione del Tribunale Supremo relativa all’elezione di tre deputati. Dopo questa sentenza Colombia, Cile e Perù richiamarono gli ambasciatori, vi furono violente proteste anche dagli Stati Uniti, e insomma dopo appena 48 ore il Tribunale, obbedendo a una richiesta dello spaventato Maduro, si rimangiò la sentenza. L’elezione di questa Assemblea costituente si direbbe un altro modo per liberarsi del Parlamento e instaurare un regime dittatoriale.
• E l’opposizione?
Il 20 luglio ha organizzato uno sciopero generale per costringere Maduro a rinunciare all’Assemblea costituente. Milioni di adesioni, però con tre morti (almeno) e 300 arresti. L’opposizione vorrebbe che non si andasse al voto, e una parte della partita si gioca infatti anche sulla partecipazione. Certo tutti i dipendenti pubblici e i loro familiari saranno costretti a votare. Negli ultimi quattro mesi almeno cento persone sono morte negli scontri con la polizia, 1.500 sono rimaste ferite, 500 finite in galera.
• Non c’è speranza che Maduro perda?
Non si vota nel modo semplice adottato in tutto il mondo: tutti ai seggi e suffragio universale per un’elezione diretta. No, stavolta i 545 membri dell’Assemblea saranno scelti con due sistemi diversi: 181 saranno eletti dalle corporazioni di pensionati, indigeni, contadini e studenti che il governo, secondo gli oppositori, controlla strettamente. Gli altri 364 verranno fuori da elezioni locali. Anche qui il governo avrà la possibilità, attraverso i suoi funzionari, di controllare strettamente i seggi. Non sarebbe sorprendente un esito plebiscitario in favore di Maduro.