la Repubblica, 29 luglio 2017
Dyane, l’auto che portava i jeans
Anche per le auto che hanno fatto la storia arriva il tempo di lasciare. E la sostituzione spesso diventa un’impresa enorme. Così deve essere stato per la Citroen 2CV, uno dei modelli più famosi e iconici di sempre. I francesi ci hanno pensato a lungo e poi, proprio 50 anni fa “hanno partorito” la Dyane, l’auto che almeno nell’idea iniziale avrebbe dovuto prendere il posto del piccolo capolavoro firmato dall’italiano Flaminio Bertone nel lontano 1948 e che invece ha smesso di essere prodotta addirittura prima della 2Cv.
Fare un bilancio dell’operazione “ricambio” sarebbe, dunque, assai riduttivo e penalizzante per la Dyane. Numeri e successi non sono paragonabili anche se dal punto di vista dell’immagine, soprattutto in Italia, l’obiettivo è stato raggiunto. Insomma, non il colpo del secolo ma certamente una nuova dimostrazione di saper cavalcare l’innovazione e il design.
L’auto che oggi avrebbe compiuto 50 anni (viene messa in produzione l’11 luglio del 1967 e presentata il 28 agosto) nasce in qualche modo sullo schema della 2CV. Le necessità economiche del momento impongono infatti di mantenerne la stessa base tecnica intervenendo solo sulla carrozzeria e su alcuni aspetti secondari. Così la Dyane nasce all’insegna di molti compromessi anche se la firma è quella dello stilista Louis Bionier a cui si devono alcune delle più avveniristiche Panhard. La debuttante si accontenta di forme squadrate, linee tese, un pratico portellone, quattro posti confortevoli e tanto spazio per le gambe. E naturalmente di un gigantesco (per l’epoca) tetto apribile, azionabile anche dall’interno. Per il resto, la vera differenza della Dyane (lunga 3 metri e 87, 17 centimetri più di una Panda) era nell’altezza da terra (una specie di Suv-crossover ante litteram) e nelle sospensioni morbide oltre ogni immaginazione che le permettevano di viaggiare su ogni tipo di strada e di piegarsi in curva senza mai staccare le ruote da terra. La meccanica, invece, era quella della 2CV. Quindi trazione anteriore, motore bicilindrico di 425 cc che in caso d’emergenza era possibile avviare con una manovella esterna da inserire sulla mascherina anteriore.
Quella che grazie ad un’azzeccata campagna pubblicitaria venne battezzata “auto in jeans”, ha avuto più fortuna in Italia che nella stessa Francia. E non deve essere quindi un caso che proprio l’ultimo esemplare degli oltre un milione e 400 mila prodotti, giugno 1984, sia stato destinato proprio al nostro mercato. Insomma, non proprio un piatto riscaldato, semmai un piccolo concentrato di fantasia e coraggio. A cominciare dai colori che andavano dal verde all’arancio passando per il giallo che rendevano questa piccola Citroen sempre riconoscibile, per finire alla leva del cambio “infilzata” sul cruscotto proprio come la sua antenata 2CV e la rivale Renault 4 (classe 1961) ma con un grande pomello a pallina. Ma soprattutto la Dyane consumava poco, ci si poteva andare ovunque, proprio come con la 2Cv, anche in Portogallo nel 1974 per festeggiare la rivoluzione dei garofani. In fondo anche la sua era un piccola rivoluzione che si spegne lontano dalla terra madre (stabilimento di Levallois) con gli ultimi due anni di produzione in Spagna e Portogallo. Una fiaba non proprio a lieto fine ma che oggi ci fa ancora sognare.