la Repubblica, 29 luglio 2017
Il post fascista, i grillini e l’ex magistrato rosso. Lo strano fronte No-vax
ROMA Dicono che era soltanto rabbia, urla, dolore, ma violenza no, per favore, «a Montecitorio nessuno è stato aggredito, siamo un movimento pacifico, vi accorgete di noi unicamente per coprirci d’infamia...». Si chiamano No-Vax, No-Obbligo, Free Vax, Vaccino-Basta o Vaccini- No Grazie: un movimento variegato e arrabbiato che cresce con la velocità della Rete, mix di sigle affratellato in nome della “libertà di scelta” che spazia dall’estrema Destra alla Lega, dai gruppi di “nuova democrazia partecipativa” ai M5S. Soggetti che mai si penserebbero insieme, come Simone Carabella, post fascista adesso leghista, “Mister Ok” noto a Roma per i suoi tuffi nel Tevere e i rumorosi happening sociali, e un magistrato “rosso” come Ferdinando Imposimato, 81 anni, fino a ieri famoso per le sue battaglie contro mafia e terrorismo, oggi acclamato leader, anzi “presidente-presidente” dal popolo “No-Vax”. Proprio davanti a Montecitorio, qualche giorno fa, sfidando il caldo, il giudice Imposimato, imbracciando un megafono, aveva definito, tra gli applausi, il decreto sui vaccini «criminale e illegale». «Ero in piazza, in prima fila – dice Carabella – e vi dico che c’è stata tensione ma non violenza. C’erano soltanto genitori di bambini di malati e dei deputati che forse hanno paura anche della propria ombra. Tutto nella legalità».
Si riconoscono nell’arancione, parlano di “vacciNazismo”, tanto che c’è chi ha già battezzato la frangia più estrema del movimento “orange block”, parafrasi di Black Bloc. Nel mezzo, in realtà, come ieri in piazza e a Pesaro qualche settimana fa, tanti genitori con figli disabili, danneggiati, secondo loro, proprio dai vaccini, nonostante le smentite della scienza. Marilena Caravaggio di Chieti ad esempio, che racconta la storia del suo bambino di sette anni, autistico, «un bambino che prima diceva “mamma” e camminava, e poi, dopo il vaccino, è regredito sempre di più...».
In realtà nel frastagliato movimento si uniscono tre correnti: i No-Vax duri e puri, abolizionisti, convinti dell’assoluta dannosità dei vaccini, e del complotto tra lo Stato e Big Pharma. I Moderati, la maggioranza, che ammettono l’importanza di alcuni vaccini, ma chiedono che vengano somministrati in monodosi e dopo aver fatto test preventivi ai bambini. Quindi il neonato ma già attivissimo gruppo dei “No-Obbligo” che contesta il decreto in nome della democrazia, perché come dice Luca Marchioni, uno dei leader, «lo Stato non può imporci come curare i nostri figli». Tra le decine di associazioni in cui sono aggregati la più famosa si chiama “Comilva”, i medici che li rappresentano si chiamano Dario Miedico, Massimo Montinari o il pediatra Eugenio Serravalle, con posizioni diversificate, dagli antivaccinisti ai perplessi, ma tutti concordi sulla libertà di scelta.
E se uno come Carabella, testa rasata, fisico palestrato e maglietta nera, porta oggi il vessillo della Lega, e dice che dedicherà il suo prossimo tuffo di Capodanno ai No-Vax, Luca Marchioni, terapista, leader dei “No-Obbligo” dice invece che in questa storia la politica tradizionale non c’entra nulla. «Non è vero che siamo di Destra, grillini o leghisti: noi siamo tutto, anzi semplicemente genitori. E per questo credo facciamo paura. Perché al di là del discorso specifico sui vaccini, il decreto è stato un insulto alla democrazia, una mossa di intimidazione. Noi non siamo antivaccinisti, siamo contro l’abuso di potere, contro lo Stato autoritario. Dov’è tutto questo rischio di contagi se basta pagare un multa e posso mandare mio figlio a scuola? E come mai ci hanno detto per mesi che si rischiava un’epidemia di meningite e poi hanno tolto proprio quei vaccini? Forse costavano troppo? Vedrete cosa succederà all’inizio dell’anno scolastico: una valanga di ricorsi al Tar da parte dei genitori. Il caos».
Anna invece rivendica la sua appartenenza politica: «Voto per il Movimento Cinque Stelle e lo dico con orgoglio. Ho gridato ieri in piazza mia rabbia, ma noi in Parlamento siamo stati gli unici ad aver bocciato questo decreto fascista».