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 2017  luglio 29 Sabato calendario

Il manuale tedesco per giovani jihadisti. «Siate prudenti, ma agite in fretta»

L’Interpol teme una falange di kamikaze infiltrati in Europa, ma il pericolo arriva in modo più semplice e banale: con i coltelli. Azioni di estremisti e quelle di folli, senza alcuna motivazione, si sovrappongono. Ogni volta la polizia deve chiedersi se dietro un attacco ci sia un movente jihadista o si tratti, invece, di un fatto privo di qualsiasi legame con quanto avviene in Medio Oriente. Ma restano le conseguenze. L’impatto sull’opinione pubblica è alto, la percezione di un nemico diffuso è sempre più intensa e i cittadini possono essere spinti a vederlo anche dove non c’è.
C’è poco da fare, in questo il Califfo è riuscito nel suo intento. Il messaggio di violenza, accompagnato da attacchi a volte organizzati, altri fai-da-te, ha creato il clima adatto, così come un sistema facile da emulare.
La storia di Amburgo è iniziata come l’indagine per un’aggressione ma, con il passare delle ore, è emersa l’ipotesi terrorismo, vista la dinamica e lo slogan che il giovane arabo avrebbe lanciato durante le fasi concitate dell’accoltellamento. Saranno le indagini a definire con esattezza la cornice di un gesto che ha causato un morto e diversi feriti. Inutile correre nel mettere etichette a ogni episodio.
Proprio dalla Germania, pochi giorni fa, sono emerse indicazioni interessanti su come agiscono gli ispiratori dello Stato Islamico. Un giornalista della Bild, fintosi simpatizzante, è riuscito ad entrare in contatto via Internet con presunti militanti del Califfato. Elementi che lo hanno poi indirizzato su canali di comunicazione criptati. Significativo il consiglio dato dal referente: «Devi essere prudente, adotta delle precauzioni, però agisci in fretta. Più tempo usi nella preparazione e più aumenta il rischio del fallimento. Che Allah possa guidare i tuoi passi... Non pianificare in modo eccessivo, una volta che hai un’idea di base è importante che tu riponga fiducia in Allah».
Sempre negli scambi, l’esponente dello Stato Islamico si preoccupa molto della rivendicazione e incoraggia l’aspirante recluta a registrare un video con il giuramento di fedeltà. Una volta arrivato alla casa madre – gli dice – sapremo cosa farne. Ed è sempre importante la velocità: «Se il filmato è pronto mandalo pure, così non ti dovrai preoccupare dopo». Ed è quanto è accaduto in Francia e Germania con gli attentati a partire dall’estate 2016. Agguati con pugnali e accette, incursioni sulla folla con mezzi-ariete, esplosione di ordigni rudimentali con gli autori lesti nel registrare una clip sul telefonino poi trasmessa ai propagandisti. In questo modo il movimento è riuscito a mettere la sua bandiera – digitale – di rivendicazione ampliando gli effetti.
Tra la quantità e la qualità la fazione sceglie la prima. Perché è una tattica meno costosa, che non richiede particolari strutture e basa tutto sul fare. Una scelta in parte determinata dalle attuali condizioni, con i rifugi sotto assedio e i maggiori controlli in molti Paesi, ma anche un metodo agile per moltiplicare la minaccia.