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 2017  luglio 30 Domenica calendario

La nuova vita di Mrs Jobs? L’editoria. A capo della «vecchia» rivista Atlantic

La vedova di Steve Jobs diventa proprietaria della rivista americana The Atlantic. Laurene Powell, 53 anni, attraverso la sua organizzazione filantropica Emerson Collective, ha acquistato una quota di maggioranza della storica rivista americana, che va benissimo a dispetto della crisi globale dell’editoria. David G. Bradley, 64 anni, proprietario e presidente di Atlantic Media, manterrà una quota di minoranza e resterà alla guida del magazine per i prossimi tre-cinque anni. A quel punto Emerson Collective rileverà anche la sua partecipazione.
Bradley, che aveva acquistato The Atlantic per 10 milioni di dollari nel 1999 dall’immobiliarista Mortimer Zuckermann, proprietario anche del New York Daily News, ha cominciato a pensare alla successione poco più di un anno fa e, prima di decidere a chi passare la mano, ha valutato oltre 600 investitori potenziali. A Bradley va il merito di aver saputo trasformare il mensile di politica, arte e letteratura, fondato nel 1857 a Boston, in un gruppo editoriale che guadagna offrendo giornalismo digitale di qualità e organizza eventi «live», pur continuando a pubblicare la rivista cartacea, nata 4 anni prima della Guerra civile americana.
Se dieci anni fa l’85 per cento dei ricavi di The Atlantic derivava dalla pubblicità sull’edizione cartacea, oggi l’80 per cento arriva dalla pubblicità online. «Contro ogni probabilità, The Atlantic sta prosperando», ha scritto Bradley in una nota ai dipendenti. «Starò ancora qualche anno alla guida, ma la decisione più importante della mia carriera è ormai alle mie spalle: chi prenderà la guida di questo gioiello nazionale con 160 anni di storia? Per me la risposta, nella forma di Laurene, è la più giusta».
Non è la prima volta che la Silicon Valley scommette sui media storici tradizionali. Nel 2013 il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, sorprese l’industria editoriale acquistando a titolo personale per 250 milioni di dollari il Washington Post, che ora sembra vivere una seconda giovinezza, grazie all’espansione online. E nel 2012 il cofondatore di Facebook, Chris Hughes, ha comperato il magazine di sinistra The New Republic per poi rivenderlo quattro anni dopo.
Da parte sua Laurene Powell, con un patrimonio personale stimato da Forbes in 20 miliardi di dollari, ha ricordato l’importanza della missione dell’ Atlantic, una rivista che sente molto vicina perché tra i suoi fondatori figura il filosofo americano Ralph Waldo Emerson, che dà il nome e ha ispirato la missione della sua organizzazione filantropica: «Portare eguaglianza a tutte le persone; illuminare e difendere l’idea di America; celebrare la cultura e la letteratura americana; e raccontare il nostro stupendo, e a volte confuso, esperimento democratico», ha spiegato la vedova di Jobs in una nota.
Del resto Atlantic Media, che oltre all’omonima rivista controlla anche i marchi Quartz, National Journal e City Lab, non è il primo investimento nell’editoria per Emerson Collective, che si occupa soprattutto di istruzione, ambiente e immigrazione. L’organizzazione ha una quota in Axios, la società media creata dai fondatori di Politico Jim VandeHei e Mike Allen, e una partecipazione in Anonymous Content, la casa di produzione dietro al film Oscar «Spotlight», ricorda il Financial Times. Inoltre sostiene finanziariamente siti giornalistici non profit come Pro Publica e The Marshall Project.