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 2017  luglio 30 Domenica calendario

Calcio trash, c’è Bernardeschi in pantagonna

Il calciatore Federico Bernardeschi è stato paparazzato in strada vestito in modo decisamente pittoresco: pantaloni molto larghi che finiscono sotto al ginocchio e soprattutto un’originale trousse al braccio. Sono fiorite molte ironie su questa pantagonna, ben più salaci e feroci del soprannome «Marisa» che Benito Lorenzi, detto Veleno, aveva affibbiato a Boniperti per via dei boccoli biondi.
Nell’epoca trionfante dei metrosexual, narcisisti e vanitosi, non c’è da stupirsi che i calciatori siano gli interpreti più spregiudicati in fatto di vestiti, creste colorate, pettinature ossigenate, outfit improbabili: un campionato e un campionario di tamarreide. Per non parlare dei tatuaggi. Perché i calciatori si tatuano in maniera così oscena? Da segno identitario di ribellione, il tatuaggio è diventato fenomeno di massa, forse il più cafonal dei contrassegni.
Ibrahimovic ha il corpo ricoperto da figure indelebili. Ha dichiarato che servono per dargli la forza di «essere Ibrahimovic»: tatuaggi tautologici. Per Nainggolan sono come una malattia: «Non tutti hanno un significato preciso ma ho date e simboli che riconducono ad esperienze provate durante la mia vita». Anche De Rossi non scherza: sul suo braccio sono raffigurati due Teletubbies.
Interessante scoprire perché i personaggi più iconici e fisici dello showbiz amino un look così stravagante e trash. Mai più figurine Panini, ma ricordini ai caduti di stile.